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Dazi, la Ue tende la mano a Trump ma prepara la controffensiva: zero tariffe sui beni industriali o sarà guerra commerciale da 22 miliardi

In arrivo da aprile le prime contromisure europee contro Washington, per un totale di oltre 22 miliardi. Tajani sostiene la linea UE ma chiede tempo: “Serve uno spiraglio per la trattativa”.

La Commissione europea ha proposto agli Stati Uniti - già a febbraio - di azzerare i dazi su tutti i beni industriali, non solo su auto ma anche su farmaci, chimica e macchinari. Una mano tesa in segno di assoluta volontà di arrivare a un accordo senza passare per una massacrante guerra commerciale fratricida. Allo stesso tempo, Bruxelles non ha alcuna intenzione di «aspettare all’infinito» il «reale impegno» degli Stati Uniti a sedersi al tavolo dei negoziati e quindi va avanti con le prime contromisure. Stasera inoltrerà agli Stati membri la lista dei dazi contro i prodotti americani. Arriva in risposta alla decisione di Washington di applicare il 25% dei dazi su acciaio e alluminio. La prima parte (per un valore di 4,6 miliardi), che era congelata dalla precedente disputa commerciale, entrerà in vigore dal 15 aprile. La seconda, nuova dal valore di oltre 18 miliardi, sarà applicabile dal 15 maggio. Entrambe saranno votate mercoledì. Dalla lista, secondo quanto riporta il Financial Times, è stato escluso il bourbon su pressante richiesta di Francia, Italia e Irlanda dopo che il presidente Donald Trump aveva minacciato una ritorsione del 200% su vini e champagne.

Al tavolo del Consiglio Commercio straordinario, riunito oggi a Lussemburgo, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si era presentato con un’altra richiesta: posticipare a fine mese l’entrata in vigore delle contromisure, per lasciare più tempo alla trattativa. «Le tempistiche sono dettate da ragioni legali, non è possibile posticipare», ha affermato al termine dell’incontro il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, che - durante la riunione - non ha mancato di ringraziare Tajani per il sostegno italiano. Ed effettivamente, anche per smentire quanto circolato nei giorni scorsi sui media internazionali, il capo della Farnesina ha chiarito che l’Italia «dirà quello che pensa ma non farà nulla che possa ostacolare il lavoro del commissario Sefcovic in cui ha la massima fiducia». Nessun veto insomma (anche perchè per respingere i dazi serve la maggioranza qualificata dei contrari). Un messaggio - a giudicare dalle reazioni in uscita dal Consiglio - condiviso anche dagli altri ministri. «Abbiamo convocato questa riunione per preservare l’unità dell’Ue ed è un obiettivo ampiamente raggiunto», ha evidenziato il sottosegretario all’Economia della Polonia (presidenza di turno dell’Unione), Michal Baranowski. Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, si è detto addirittura «colpito» da questa unità.

Abbiamo proposto dazi zero-per-zero per automobili e beni industriali. Però è bene essere chiari: coinvolgere gli Stati Uniti richiederà tempo e impegno. Al momento, siamo nelle prime fasi delle discussioni perchè gli Usa vedono i dazi non come un passo tattico ma come una misura correttiva. Siamo pienamente preparati a sederci al tavolo delle trattative non appena i nostri partner americani saranno pronti. In terzo luogo, mentre l’Ue rimane aperta - e preferisce fortemente - la negoziazione, non aspetteremo all’infinito. Finché non vedremo progressi tangibili, lavoreremo lungo tre binari: difendere i nostri interessi attraverso contromisure; diversificare il nostro commercio attraverso nuovi accordi; impedire deviazioni commerciali dannose», ha spiegato Sefcovic in conferenza stampa al termine del Consiglio.

Qualche minuto prima era stata la stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ad annunciare da Bruxelles - in un punto stampa con il premier norvegese, Jonas Gahr Store - la proposta di zero dazi. «L'Europa è sempre pronta per un buon accordo. Quindi teniamo l’offerta sul tavolo. Ma siamo anche pronti a rispondere attraverso contromisure e difendere i nostri interessi. E inoltre, ci proteggeremo anche dagli effetti indiretti attraverso la diversione commerciale. A questo scopo, istituiremo una task force per monitorare le importazioni», ha annunciato. Nel citare le contromisure ha parlato della lista ma anche di altre ritorsioni. E su questo gli Stati hanno più di un’ipotesi: da chi chiede di colpire il settore dei servizi digitali a chi vorrebbe escludere le aziende americane dagli appalti pubblici europei. Ma questa è un’altra partita che si aprirà nei prossimi giorni, quando sarà chiusa quella sull'acciaio.

La proposta di zero dazi era stata evocata anche da Elon Musk, super consigliere di Trump, nel suo intervento al Congresso della Lega a Firenze. Molti Paesi europei oggi l’hanno accolta. La Germania però non dà credito a quelle affermazioni. «Penso sia un segno di debolezza e forse anche di paura, perchè la politica che sta attuando è completamente diversa», ha affermato Habeck. «Se ha qualcosa da dire, dovrebbe andare dal suo presidente e dirglielo: prima di parlare di zero dazi, smettiamo con le assurdità e il caos che avete creato nell’ultima settimana. E’ ridicolo, e l’unica interpretazione che posso dare è che ora si rende conto che le sue stesse aziende, ma anche le economie, stanno per crollare a causa del disastro che hanno combinato. Quindi ha paura», ha aggiunto.

Anche Sefcovic si è detto convinto che «prima o poi gli americani staranno al tavolo per un impegno reale per un accordo. Quel momento non è ora, ma sicuramente in futuro». Per la Germania gli Stati Uniti «a rischio recessione» non reggeranno molto il peso dei dazi.

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