
Una delle ultime riforme di Papa Francesco, datata novembre 2024, riguarda proprio le modalità delle esequie da riservargli. Bergoglio l’aveva annunciato in diverse occasioni: per il suo funerale vorrebbe una cerimonia più snella, «con dignità ma come ogni cristiano». In un paio di interviste aveva dunque detto che non voleva essere esposto su un catafalco, come anche ha rivelato che sarà sepolto a Santa Maria Maggiore e non nella basilica di San Pietro.
Maxischermi per seguire la celebrazione
«Per i funerali del Papa ci saranno maxi schermi lungo via della Conciliazione, a piazza Pia e piazza Risorgimento». Lo ha detto il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. «Poi man mano che andremo avanti - ha aggiunto - se dovessimo percepire un numero ancora più grande di persone ne saranno posizionati altri».
La sepoltura e gli altri dettagli
Tra le novità introdotte vi è la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere. Un altro elemento di novità consiste nell’introduzione delle indicazioni necessarie per l’eventuale sepoltura in un luogo diverso dalla Basilica Vaticana.
L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha dunque curato la redazione e la pubblicazione della seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. E’ stata approvata già il 29 aprile 2024 dal pontefice. «Una seconda edizione si è resa necessaria - spiega l’arcivescovo Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche di Pontefici, ai media vaticani - anzitutto perchè Papa Francesco ha chiesto, come dichiarato da lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Il rito rinnovato, inoltre, doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo».
Il primo passaggio
Non appena viene constatata la morte di un pontefice in carica si procede con la frantumazione dell’Anello del Pescatore, una delle insegne del papa che riceve durante la messa solenne di inizio pontificato, che indossa all’anulare della mano destra. A compiere l’atto è il cardinale camerlengo in presenza del cancelliere della Camera Apostolica. Dopo il rito in cui batte per tre volte con un martelletto la fronte del papa, chiamandolo con il nome di battesimo, il camerlengo comunica l’avvenuto decesso al cardinal vicario di Roma che, dopo aver eseguito l’estrema unzione, con una speciale notifica procede alla diffusione della notizia. Seguono i rintocchi a martello delle campane di San Pietro, mentre viene chiusa una metà del portone bronzeo della basilica. La tradizione prevedeva inoltre che il corpo del Papa venisse trasportato nella Cappella Sistina accompagnato da una lunga processione composta da cardinali e altre figure importanti del Vaticano. Qui la salma viene imbalsamata vestita con i paramenti pontifici: il pallio (la striscia di lana bianca con croci nere) intessuto per l’occasione, una mitria bianca sul capo e la casula (il mantello di colore rosso che si usa per la messa).
Quindi la salma viene poi portata nella basilica di San Pietro per una esposizione ai fedeli che si protrae per tre giorni. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa defunto è esposto direttamente nella bara e «non più su un alto cataletto», inoltre, in conformità con quanto prevedono le esequie del vescovo diocesano, durante questa esposizione non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale.
Il funerale papale viene detto Missa poenitentialis e viene celebrato in San Pietro alla presenza delle delegazioni di Stato da tutto il mondo. Il servizio funebre si svolge ordinariamente presso l’altare pontificio del Bernini, situato sotto la cupola della basilica, ma gli ultimi funerali sono stati svolti all’aperto, di fronte alla piazza San Pietro gremita. Prima che la bara sia chiusa e sigillata il viso viene coperto da un velo di seta.
Ai funerali, la cui data è decisa dalla Congregazione dei Cardinali, segue il novendiale nel corso del quale si svolgono particolari celebrazioni nella basilica di San Pietro. In caso di morte del pontefice in carica l’ultimo giorno dei novendiali si tiene la celebrazione da parte di tutti i cardinali, già riuniti in attesa del Conclave che eleggerà il successivo pontefice. Inutile dire che non è questo il caso.
Sono state mantenute le tre «stazioni» classiche, quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura. Tuttavia la struttura interna delle stazioni e dei testi sono stati rivisti alla luce dell’esperienza maturata con le esequie di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Tra le novità più rilevanti c'è anche la semplificazione dei titoli pontifici.
La prima stazione «nella casa del defunto» prevede le novità della constatazione della morte nella sua cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in Basilica (è stata eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico).
La seconda stazione nella Basilica Vaticana considera un’unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa defunto è esposto direttamente nella bara e non più su un alto cataletto.
Infine, la terza stazione nel luogo della sepoltura include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione. Questa stazione ha subito un significativo snellimento a causa dell’eliminazione della deposizione e chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di rovere o di altro legno. «Tra le novità introdotte, la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.
Il libro liturgico viene presentato come nuova edizione del precedente, l’editio typica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvata nel 1998 da san Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000, che è stata utilizzata nelle esequie dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, in quelle del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023.
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