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Nuovi dazi dell'Ue contro Mosca. L'ira del Cremlino. Colpiti i beni agricoli: al Pe la maggioranza di governo si spacca

Le nuove tariffe, in un contesto di relazioni commerciali a dir poco tempestoso, coinvolgeranno un settore, quello agricolo, che da mesi è in agitazione.

In attesa delle sanzioni-bazooka che potrebbero colpire il petrolio e le banche di Mosca, l’Ue finalizza una nuova mossa contro Vladimir Putin. Il Parlamento europeo ha infatti dato via libera a nuovi dazi verso i prodotti agricoli e i fertilizzanti russi e bielorussi, completando così l'iter partito dalla Commissione lo scorso gennaio.

Non era scontato. Le nuove tariffe, in un contesto di relazioni commerciali a dir poco tempestoso, coinvolgeranno un settore, quello agricolo, che da mesi è in agitazione. Tanto che il voto della Plenaria dell’Eurocamera ha spaccato la maggioranza del governo italiano: Forza Italia ha votato per le nuove tariffe, Fratelli d’Italia si è astenuta, mentre la Lega si è espressa contro.

Le misure comporteranno un aumento del 50% delle tariffe su prodotti agricoli di origine russa e bielorussa non ancora soggetti a dazi doganali aggiuntivi. I beni colpiti includono zuccheri, aceto, farina e mangimi. La proposta prevede inoltre un dazio del 6,5% sui fertilizzanti importati dai due paesi, a cui si aggiungono tariffe comprese tra 40 e 45 euro a tonnellata per il biennio 2025-2026. Tali dazi aumenteranno fino a 430 euro per tonnellata entro il 2028.

I ricavi delle esportazioni di fertilizzanti da parte di Russia e Bielorussia sono considerati un contributo diretto al finanziamento della guerra russa contro l'Ucraina. E, soprattutto, vanno a colpire uno dei settori dove, nonostante la guerra, Mosca e Minsk potevano ancora puntare sull'export. Nel 2024, secondo i report di Palazzo Berlaymont, le importazioni in Ue di fertilizzanti a base di urea e azoto dalla Russia sono addirittura aumentate in modo significativo.

Non è un caso, quindi, che il Cremlino non abbia nascosto la sua irritazione. «Gli europei continueranno, come sempre, a darsi la zappa sui piedi», ha sottolineato il portavoce Dmitry Peskov, aggiungendo: l’Ue «riceverà fertilizzanti azotati a un prezzo più alto e di qualità inferiore, perché i nostri fertilizzanti, compresi quelli azotati, sono di altissima qualità» mentre, per quanto riguarda Mosca, «i mercati in altre direzioni compenseranno questi dazi europei». Parole che nascondono l’indubbio danno economico che la mossa dell’Ue comporterà per le casse di Mosca.

Ma le ripercussioni sul settore agricolo sono tutt'altro che escluse. «La necessità di tenere alta la pressione sulla Russia deve essere portata avanti con strumenti che non danneggino ulteriormente le imprese europee, a partire da quelle agricole già sottoposte a forti perturbazioni di mercato e aumenti dei prezzi», hanno sottolineato i meloniani Carlo Fidanza e Daniele Polato. Fdi aveva presentato un emendamento per permettere di innescare misure di salvaguardia, ma la proposta è stata bocciata. Da qui l’astensione al voto finale, al quale ha fatto il paio il voto contrario della Lega.

Ha retto, sul binario del sostegno all’Ucraina, l’asse tra Pd, FI e Avs. Contrari, tra i partiti di opposizione, i Cinque Stelle. Il regolamento, alla fine, è passato a netta maggioranza: 411 i voti a favore, 100 i contrari e 78 le astensioni. Toccherà ora alla Commissione trovare vie di import alternativo e a basso costo. «I dazi sui fertilizzanti preoccupano, il divieto di quelli a base di urea nel Padano è insostenibile», ha attaccato Confagricoltura.

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1 Commento

Armando

23/05/2025 06:19

Si prenda qualsiasi provvedimento utile al cessate il fuoco.I russiani capiscano che con la guerra,oltre alle distruzioni e ai morti,si distruggono le famiglie che perdono i loro cari combattendo.

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