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Israele colpisce l'Iran: 78 morti e 329 feriti. Teheran annuncia vendetta: "Superata la linea rossa"

La Repubblica islamica ha promesso vendetta e le forze armate iraniane hanno avvertito che «non hanno limiti» ora che Israele «ha superato la linea rossa». Oltre un centinaio di droni sono stati lanciati verso lo Stato ebraico e i caccia dell’Iaf lavorano a intercettarli prima che entrino in territorio israeliano.

L’attacco di Israele alla capitale dell’Iran ha provocato 78 morti tra i residenti e 329 feriti, secondo quanto riportano media iraniani, tra cui Nournews.

«La decisione di agire la scorsa notte non è stata presa con leggerezza. Abbiamo agito per proteggere i nostri cittadini. Le parole vuote non fermeranno l’Iran, Israele lo farà», ha dichiarato l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon. «Non sappiamo quanto durerà l’operazione, ma continueremo ad agire finché la minaccia non sarà eliminata», ha aggiunto, definendo gli attacchi a Teheran «un’azione calcolata e necessaria, basata su chiare informazioni di intelligence e in risposta a una minaccia esistenziale».

Intanto, la conferenza delle Nazioni Unite co-presieduta da Francia e Arabia Saudita, prevista a New York dal 17 al 20 giugno e volta a promuovere una soluzione a due stati tra Israele e Palestina, è stata rinviata a seguito dell’attacco militare israeliano all’Iran. Lo hanno riferito due fonti diplomatiche al National. Nei giorni scorsi, l’amministrazione Trump aveva scoraggiato i governi di tutto il mondo dal partecipare all’iniziativa, minacciando conseguenze.

Il presidente americano, Donald Trump, ha riferito in un’intervista che era a conoscenza dell’attacco e che ha avvertito almeno un alleato nella regione, ma ha cercato di prendere le distanze sottolineando che gli Usa non sono stati coinvolti nei raid notturni.

La Repubblica islamica ha promesso vendetta e le forze armate iraniane hanno avvertito che «non hanno limiti» ora che Israele «ha superato la linea rossa». Oltre un centinaio di droni sono stati lanciati verso lo Stato ebraico e i caccia dell’Iaf lavorano a intercettarli prima che entrino in territorio israeliano.

Israele si prepara alla ritorsione iraniana: tutte le scuole, i luoghi di lavoro e le attività commerciali rimarranno chiusi oggi e fino a nuovo avviso. I supermercati che vendono beni di prima necessità rimarranno aperti, mentre tutti i centri commerciali, i luoghi di culto, gli spazi per eventi e le istituzioni culturali hanno ricevuto l’ordine di chiudere i battenti, ma l’ordine di restare vicino ai rifugi è stato per il momento revocato.

«L'operazione israeliana ha un nome preciso, il Leone nascente, che ha l’obiettivo di sollecitare una resurrezione di quel Leone. Quello della Persia, di quando l'Iran era un forte alleato di Israele, prima degli ayatollah e di Khomeini». E’ l’analisi dell’attacco di Israele all’Iran fatta all’ANSA da Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, secondo il quale gli sviluppi nell’area dipenderanno ora tutti «dalle situazioni tattiche».

«E' chiaro - spiega - che l’Iran dovrà in qualche modo abbozzare una risposta agli attacchi. Lo sta cercando di fare con l’utilizzo di droni ma che hanno un’enorme vulnerabilità, sono facile preda della difesa aerea israeliana, supportata dalla Giordania e dall’Arabia Saudita, tanto che non si registrano danni significativi». Quello che il generale evidenzia è l’obiettivo israeliano, peraltro già dichiarato nei mesi scorsi dallo stesso Netanyahu. Cioè quello di «rovesciare il potere» in un «Paese che è stato negli ultimi anni soffocato dal regime degli ayatollah».

Non è chiaro, però, se ora, con il massiccio attacco in Iran, Netanyahu riuscirà a raggiungere quanto prefissato. «Lo vedremo - sottolinea Camporini -. Il capo supremo ha una veneranda età, è stato eliminato uno dei suoi consiglieri, sono stati eliminati i vertici delle forze armate e dei pasdaran. Attualmente all’interno della leadership iraniana c'è una certa agitazione e gli sviluppi sono quanto mai imprevedibili. Di certo, oggi è stato innescato un elemento di forte instabilità».

L’attacco, inevitabilmente, potrà portare ancora più caos in un’area, quella mediorientale, già devastata dal conflitto israelo-palestinese. «La possibile reazione iraniana potrebbe essere, in primis, quella di attaccare le forze Usa sul territorio. A breve ci sarà sicuramente uno sviluppo tattico in questo senso, così come era già avvenuto nei giorni scorsi con il ritiro del personale statunitense non essenziale in Iraq, Kuwait e Bahrein. Israele - spiega il generale - sta dimostrando di avere una tale supremazia militare che non ha alcun competitor nell’area. Ora però molto dipenderà dalle situazioni tattiche».

L’ex capo di Stato Maggiore, però, tende ad escludere un eventuale ricorso alle armi nucleari. «Israele non ha alcun interesse - conclude - e l’Iran non ne ha a disposizione. Si è parlato di armi tattiche nucleari russe in Ucraina, ma l’uso sarebbe poco intelligente».

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