I riflettori, quelli veri, si accenderanno stasera, per spegnersi solo a fine luglio. Ad inaugurare la stagione 2025 dei grandi concerti allo stadio Scoglio sarà, oggi e domani, Vasco Rossi. Fu proprio un live di Vasco, nell’ormai lontano 2007, a far comprendere a tutti quale fosse il reale potenziale del “San Filippo” per la grande musica e la sesta volta a Messina del rocker emiliano alza il sipario su una carrellata da record: sabato prossimo toccherà a Cesare Cremonini, il 5 luglio a Marracash, il 18 luglio a Ultimo, il 23 e il 24 luglio, poi, la “doppietta” di Marco Mengoni.
Decine di migliaia i fans che in queste settimane invaderanno Messina da tutta Italia, alcuni irriducibili seguaci di Vasco sono in città da alcuni giorni, con le loro tende nel piazzale dello stadio a San Filippo (c’è chi arriva da Biella, chi da Cuneo, altri da Napoli, da Roma, dal resto della Sicilia). Tutte le strutture ricettive della città e della provincia sono praticamente sold-out e per oggi si prevede il boom anche nei locali. Perché i grandi concerti sono anche e soprattutto questo: un enorme indotto per tutta la città e, in parte, anche per il resto della regione.
Dietro le quinte di un grande live, infatti, si muove un’altra, imponente macchina, i cui motori si sono accesi mesi fa, con le prime riunioni, per poi entrare a pieni giri da una decina di giorni a questa parte. Da quando, cioè, la Messinaservizi, che gestisce lo stadio durante l’anno, dopo aver rimesso a lucido lo stadio (dai seggiolini alla foresteria fino alla rinnovatissima sala mensa), ha consegnato ufficialmente le chiavi al promoter Lello Manfredi, vera “anima” degli eventi live a Messina, e al direttore di produzione locale, Gaetano Mazza. I loro più stretti collaboratori sono gli assistenti di produzione Giovanni Marchese, Fabio Mordà ed Enrico Cantaro. E poi c’è il grande esercito del dietro le quinte: 500 maestranze tra facchini, operai specializzati, gruisti, mulettisti, elettricisti, idraulici, impiegati delle ditte di pulizie, oltre a 300 steward circa (a seconda degli eventi) che entreranno in azione sugli spalti. Per circa la metà si tratta di maestranze messinesi. Tutti in moto per far trovare lo stadio pronto alla produzione nazionale che ruota attorno all’artista di turno, nel caso di Vasco (ma anche di Cremonini) LiveNation, ad esempio.
Già ad inizio settimana era giunto in città il primo “emissario”, noto nel giro dei grandi eventi come Gondola (e il suo accento veneziano tradisce le ragioni del soprannome), che collabora con Mazza e il resto della produzione locale, affinché tutto corrisponda alle esigenze della produzione nazionale. La “base” del palco (ci sono volute 36 ore per montare tutte le strutture d’acciaio) rimarrà la stessa anche per gli altri concerti estivi. A cambiare è tutto ciò che c’è sopra, trasportato da oltre 60 tir, di cui 23 giunti in città da metà settimana. E cosa c’è sopra? Per i due concerti di Vasco si parla di 5 giganteschi schermi (per un totale di 1.050 mq), oltre mille corpi illuminanti resistenti all’acqua, una quindicina di clusters per l’audio, circa mille punti fuoco più 24 punti fiamma, per un palco largo 86 metri, profondo 25 e alto 28. Sotto questa enorme struttura, invisibili al pubblico, sono stati piazzati diversi blocchi di cemento: «Qui a Messina ce ne vogliono più del doppio rispetto ad altre città – spiega il Gondola – per via del vento».
E poi c’è tutto il resto. Camion pieni di casse d’acqua, di cavi elettrici (chilometri e chilometri), di bagni chimici, di pezzi di ricambio per qualsiasi cosa. Capitolo cibo e curiosità: fino all’arrivo dello staff di Vasco e della produzione nazionale (un centinaio di persone) le maestranze locali hanno fatto riferimento ad una gastronomia della zona sud. Da un paio di giorni è attiva invece la sala mensa dello stadio, col catering “di fiducia” di Vasco e soci, i cui cuochi, però, accompagnati dalla produzione locale, vanno a fare la spesa nei mercati cittadini. Anche questo è indotto.
«La città deve essere orgogliosa di tutto questo – dice l’assessore ai Grandi eventi Massimo Finocchiaro, durante l’ultimo sopralluogo allo stadio –, Messina è ormai un centro riconosciuto nel sistema dei grandi concerti. L’indotto è pazzesco, ma per averne maggiore contezza abbiamo commissionato uno studio che riceveremo nei prossimi giorni».
È fiero – ma stremato – anche Lello Manfredo: «Sono passati quasi 20 anni dal primo concerto di Vasco allo stadio Scoglio e il fatto che dopo tanto tempo siamo qui a parlare di un altro grande evento del rocker che ha scelto Messina per l’ennesima volta è il segno dell’ottimo lavoro fatto in questi anni dagli organizzatori e dalla Istituzioni che si sono susseguite. Sembra scontato ma non è così: guardate che una produzione non sceglie a caso una città e uno stadio. È un grande riconoscimento per noi. E allora fatemi ricordare due cari amici: Lorenzo Parisi, con cui tutto ha avuto inizio, e Carmelo Costa, il grande promoter catanese scomparso quest’anno, da sempre uno dei grandi protagonisti dei concerti di Vasco, e non solo, a Messina».

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