Con il Louvre non c'é storia. Con quasi nove milioni di visitatori (8,8) è ancora una volta il museo parigino, in crescita di 400 mila unità, a dominare la classifica mondiale dei musei più visti pubblicata dal Giornale dell'Arte e The Art News Paper. Ma cresce anche il Met di New York, che sfonda la soglia dei 6 milioni. E Londra, che pure vede arretrare di una posizione il suo British Museum (terzo con 5,8 milioni) piazza tra i primi venti della classifica ben 6 musei. Gli italiani restano come sempre fuori della top.
Con l'unica eccezione dell'extraterritoriale Musei Vaticani, che supera i 5 milioni e guadagna due posti, quinto ora (era settimo) subito dietro la National Gallery di Londra. Ma un piccolo balzo in avanti lo fanno pure gli Uffizi, da sempre il primo fra gli italiani, che dal 23/o passa al 21/o posto della classifica mondiale, non succedeva da qualche anno. Unica new entry della top ten, il National Palace Museum di Taipei, che si fa largo al nono posto con 3,8 milioni di visitatori, grazie soprattutto alla grande mostra dei rotoli dipinti di Huang Gongwang, uno dei tesori cinesi. E se Parigi cresce e mantiene tutte le sue posizioni, Londra, favorita dagli ingressi gratuiti, decisamente incalza, con i 5,8 milioni del British Museum ma anche con i 5,2 mln della National Gallery, i 4,9 del Natural History Museum, i 4,8 della Tate Modern (che pure è in calo, scivolata dalla quarta alla settima posizione). Subito fuori dalla top cresce un pochino l'Ermitage di San Pietroburgo (era 15esimo è 14esimo). Nel complesso la crisi sembra toccare un po' il contemporaneo: oltre alla Tate perde posti anche il Moma di New York, espulso anzi dalla top ten (era nono è 15esimo) e anche in Italia non va benissimo ai musei del settore, con cali pesanti che colpiscono un po' ovunque nello stivale, dal Mambo di Bologna (era 56esimo nella classifica nostrana ora è al posto 79), alla Gam di Torino, dal Centro arte contemporanea Pecci di Prato alla Gnam di Roma.
Ma non mancano le eccezioni, in particolare a Roma dove il Maxxi di Zaha Hadid, proprio ieri commissariato dal ministero per i suoi conti, esibisce un prodigioso balzo in avanti passando dal 31 esimo al 16posto della classifica italiana, seguito dal Macro che supera i 350 mila visitatori annui e scala anche lui la classifica nostrana entrando fra i primi 20 (era quarantunesimo). Bene, a dispetto dei problemi di finanziamenti, pure il Mart di Rovereto, che sfiora i 310 mila visitatori e scala otto gradini piazzandosi al 24esimo posto. Leggermente più mossa di quella internazionale, la classifica italiana registra anche quest'anno una generale avanzata dei musei torinesi, forse aiutati anche dal 150 esimo dell'Unità d'Italia. In particolare, il Museo nazionale del Cinema sale di due posizioni, raggiungendo l'ottavo posto, e anche Venaria guadagna tre posti piazzandosi all'undicesimo. Bene anche il Museo del Novecento a Milano, dove invece va sempre male Brera, che in attesa dei lavori resta ferma sotto i 300 mila visitatori (al 27esimo posto).
A Roma, probabilmente sempre con l'aiuto del 150 esimo dell'Unità d'Italia, cresce il Museo Centrale del risorgimento, che guadagna quasi 10 posti raggiungendo il 71esimo della classifica mondiale (é sesto nella classifica italiana) e qualcosina guadagna anche Castel sant'Angelo (55esimo della classifica mondiale con 981 mila spettatori, quinto nella classifica italiana). Fanalino di coda dei 100 migliori italiani, infine, è il Mao- Museo orientale di Torino, con quasi 46 mila ingressi.
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