Transtagionale è ormai il termine sulla bocca di tutti. Parola singolare che supera le vecchie stagioni, quelle al plurale: nel futuro prossimo ci aspetta la transtagionalità, e non solo perché si viaggia da un emisfero all'altro, ma anche perché il meteo ormai suggerisce di vestirsi a cipolla, pronti a infilarsi un piumino sopra l'abito e i sandali, senza stupire nessuno. L'altra settimana faceva freddo, oggi a Firenze ci sono 40 gradi, e magari chissà a luglio cosa succederà, per cui chi fa più il cambio di stagione nell'armadio? A questa evoluzione è pronto il total look, una novità per Peuterey, marchio italiano nato con i piumini ma ormai ben oltre.
Il direttore creativo, Riccardo Coppola, ha mescolato colori forti e tinte naturali (così sarà la tendenza del 2013), nylon reversibile, cotoni e pelle. Il risultato è una stratificazione gradevole, per uomo e per donna. Il doppio trench (uno a piccola stampa e l'altro in tinta unita) si divide, sotto sbuca la tuta di materiale tecnico ma di effetto cotone. Giacche pieghevoli e camicie impeccabili (realizzate da Bagutta), pantaloni in gabardine anche stretch (prodotti da Magazzini del sale). "Ci siamo rivolti alle eccellenze per produrre il nuovo total look e superare la mono-categoria merceologica che ci ha reso visibili ma che diventa un limite volendo sviluppare il retail" spiega Francesca Lusini, presidente del Pauterey Group, che comprende ha Geospirit e che a Milano presenterà anche Aguille Noire.
E i progetti di retail per Peuterey sono importanti: dopo la boutique aperta in via spiga a Milano, a luglio verranno inaugurate quelle di Roma e Cortina, a settembre sarà la volta di Berlino e Anversa. Il 2013 punterà anche sull'Asia (prima apertura a Shangai) e sugli Usa, in entrambi i casi con negozi in gestione diretta, costituendo proprie filiali in quei paesi. Una bella sfida per un marchio giovane che ha chiuso il bilancio (al 31 marzo scorso) con 107 milioni di fatturato e una crescita del 7%, frutto di "grande disciplina e molto impegno, perché con la crisi - dice lLusini - non basta la creatività".
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