Lunedì 23 Dicembre 2024

Obama: l'Ue
non imploderà

L'Europa lavora a un sistema per aiutare i Paesi a rischio contagio, a partire da Italia e Spagna, ad affrontare la situazione degli spread e portare avanti le riforme: e' la svolta che emerge da un G20 in cui i Grandi hanno fatto della crescita la loro ''priorita' numero uno''. Dopo mesi di negoziati e indiscrezioni, e' il G20 di Los Cabos, in Messico, a sancire la presa di coscienza che occorre una rete di sicurezza per le due economie dell'Eurozona, finite sotto attacco dai mercati, le cui dimensioni ragguardevoli richiedono un salto in avanti. Dopo due giorni di colloqui intensi, bracci di ferro diplomatici, riunioni annullate e poi riconvocate per colmare le distanze, sono gli Usa a venire allo scoperto a poche ore dall'apertura dei mercati europei. ''Gli europei - e' la formula utilizzata dal segretario al Tesoro Usa Tim Geithner - stanno cercando di assicurare nel brevissimo periodo il varo di misure che possano sostenere il loro sistema finanziario e far si' che i Paesi che stanno affrontando le riforme, come la Spagna e l'Italia, possano prendere prestiti a bassi tassi di interesse''. Un'uscita, quella di Washington, che rende bene la preoccupazione degli Usa per il contagio europeo, che mette a rischio la crescita globale a pochi mesi dalle elezioni. E dal presidente Barack Obama arriva un messaggio ancor piu' chiaro chiaro: fate presto. Lo schema a cui si lavora non e' il salvataggio toccato alla Grecia: piuttosto punta ad allentare la pressione degli spread, che sono a livelli di guardia, su Spagna e Italia e permettere ai due Paesi di proseguire con le riforme. ''Si sta riflettendo - spiega il premier italiano Mario Monti - sull'ipotesi di usare il fondo salva-Stati, che finora ha concesso solo prestiti, per comprare titoli di Stato sul mercato e abbassare gli spread.

Monti parla di meccanismi che aiutino ''Paesi che sono in regola con le norme di finanza, come l'Italia, a vedere riconosciuti'' i loro sforzi ''in termini di meno abnormi livelli di spread''.

E il premier avverte: ''per l'Italia il tema bailout (il salvataggio, ndr) non si pone proprio. Per la Spagna limitatamente alle banche''.

Il dossier passa ora al vertice a quattro di venerdi' a Roma, quando Monti ricevera' i leader di Germania, Francia e Spagna. E poi al consiglio Ue di fine mese, da cui il G20 si aspetta almeno una 'road map' che assomigli molto alla svolta attesa. Se il premier spagnolo Mariano Rajoy si dice ''soddisfatto'', e' evidente il sostegno a Monti da parte del presidente francese Francois Hollande: ''l'Italia ha lanciato un'idea che merita di essere considerata. Ne parleremo a Roma'', dice il francese che invita a considerare un ruolo della Bce.

Di fatto, e' una sorta di accerchiamento nei confronti della cancelliera tedesca Angela Merkel, che forse non a caso non ha rilasciato dichiarazioni, ne' in un senso ne' nell'altro, a vertice concluso. L'uscita degli Usa non ha trovato ancora commenti dai tedeschi, ma sulla reazione tedesca alle indiscrezioni sull'uso del fondo 'Efsf', che potrebbe richiedere nuove immissioni di capitale, c'e' qualche interrogativo: fonti del Financial Times raccontano di una cancelliera che, sotto il pressing Usa-Ue, alla fine ''potrebbe essere disponibile a fare di piu'''. Poco dopo, tuttavia, un funzionario governativo tedesco ha smentito che vi sia stata ''alcuna discussione su iniziative specifiche'', forse un segnale di presa di distanza.

La presa di posizione tedesca non tardera' ad arrivare. Di fatto, l'uscita degli Usa mette forte pressione su Berlino, ma lo fa in un quadro globale vulnerabile a livelli da emergenza. I leader del G20 promettono di ''agire insieme per rafforzare la ripresa'', attraverso un ''piano di azione per crescita e lavoro'' che prendera' il nome proprio dalla localita' messicana di Los Cabos. Proprio per questo, e' lo stesso comunicato finale del Summit in Baja California a chiedere un impegno dell'Eurozona a prendere ''tutte le misure necessarie'' per stabilizzare i mercati. Nessun impegno specifico e' messo nero su bianco, come invece ha fatto l'uscita di Geithner, anche se nel comunicato si parla di misure europee contro il rischio di una spirale negativa innescata dal circolo vizioso fra banche e debito sovrano. E i Grandi si dicono esplicitamente a favore dell'unione bancaria a cui lavora l'Europa.(

 

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LOS CABOS (MESSICO) - L'Europa e' pronta a prendere ''azioni coraggiose e decisive'' per risolvere la tremenda crisi che minaccia l'intera economia mondiale. E chi scommette su una sua ''implosione'' sbaglia: perche' la strada intrapresa dal Vecchio Continente e' quella di una ''sempre piu' stretta integrazione''. Ne e' convinto Barack Obama, che al termine del durissimo G20 di Los Cabos, in Messico, appare molto soddisfatto per quello che ritiene un grande successo.

Dopo due giorni di serrato braccio di ferro con gli europei, ha ottenuto quello che voleva: i leader del Vecchio Continente presenti a Los Cabos gli hanno messo sul tavolo le misure immediate che intendono varare nel vertice di Bruxelles della prossima settimana: da quelle per stabilizzare il sistema finanziario e bancario a quelle per assicurare una maggiore crescita e favorire la ripresa. Con l'impegno a sostenere i Paesi maggiormente in difficolta' sul fronte dei mercati: a partire da Spagna e Italia, come ha spiegato il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner.

''I Paesi dell'Eurozona prenderanno tutte le misure necessarie sia di lungo che di breve termine'', annuncia Obama nella conferenza stampa finale, tirando un sospiro di sollievo.

Di fronte alle divisioni che caratterizzano il fronte dell'Eurozona, infatti, si e' rischiato lo scontro tra le due sponde dell'Atlantico, con gli europei determinati a non cedere alle pressioni di un G20 assetato di dettagli. Per questo, forse, l'incontro tra Obama e i leader Ue presenti a Los Cabos - programmato alla fine della prima giornata dei lavori - e' saltato. Poi, nel corso della seconda giornata del summit, il presidente americano si e' finalmente trovato al tavolo solo con Mario Monti, Francois Hollande, Angela Merkel, Mariano Rajoi, David Cameron, oltre ai vertici della Ue. E i dettagli del piano europeo sono venuti fuori.

Ad annunciarlo ufficialmente sara' il Consiglio europeo di fine giugno. Obama sa che mancano ancora diversi giorni e che gli europei devono risolvere ancora molte questioni, soprattutto per superare le solite resistenze della cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma, di fronte alla deriva verso cui sta andando l'Eurozona, e' convinto che stavolta gli europei manterranno gli impegni presi in Messico. Anche perche' - ha ribadito il presidente americano - i leader europei sembrano finalmente aver capito l'urgenza e il fatto - e' tornato a sottolineare - che ''la crisi europea ha un impatto su quella mondiale. Se la crescita in Europa e' lenta, questo significa che la ripresa rallenta anche negli Stati Uniti''. E questo non e' piu' tollerabile. ''Noi non possiamo avere il controllo delle cose che accadono in Europa, ma vogliamo che gli europei abbiano il controllo di quello che accade a casa loro''. L'ennesimo monito a fare sul serio in vista del cruciale appuntamento di Bruxelles.

 

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LOS CABOS (MESSICO) - ''Non e' un salvataggio: per l'Italia il tema bailout'' non si ''pone proprio''. Mario Monti, arriva in conferenza stampa al termine del G20 mentre rimbalzano notizie di misure per l'Italia e la Spagna. E si affretta a spiegare che ''puo' darsi che l'equivoco sia nato perche' si sta riflettendo, tra paesi dell'euro, dei modi per la stabilizzazione finanziaria''. E tra questi ce l'idea di utilizzare le risorse del fondo salva-Stati Efsf (European financial stabilty facility, Efsf) per acquistare sul mercato titoli pubblici di Paesi dell'eurozona, creando una sorta di 'paracadute' alle impennate dello spread. Una ipotesi su cui - conferma il Professore - ''si sta riflettendo'' e che sara' tra i temi che saranno esaminati a Roma, venerdi' prossimo, con la Merkel, Hollande e Rayoj in vista del vertice Ue di fine mese. Per l'Italia comunque il tema salvataggio - ribadisce piu' volte Monti nel corso della conferenza stampa - non ''si pone'' mentre per la Spagna ''e' limitato al settore bancario''. Ma - torna a spiegare - si ''sta riflettendo su come rafforzare la stabilita' della zona euro attraverso meccanismi che possano permettere di premiare le virtu', facendo si' che Paesi che sono in regola con le norme di finanza, come l'Italia, possano vedere riconosciuti'' i loro sforzi ''in termini di meno abnormi livelli di spread''. ''L'eurozona prendera' tutte le misure di policy per salvaguardare l'euro e migliorare il funzionamento dei mercati finanziari: Questo contribuira' a rompere circolo vizioso fra titoli del debito sovrano e banche'', aggiunge il premier.

Monti tiene poi a ricordare che finora ''l'Italia non ha utilizzato nessuno strumento di sostegno, ne' quello del filone a favore delle banche in difficolta' (il nostro sistema e' tra quelli che hanno meglio retto la crisi, rimarca) ne' quello degli aiuti agli Stati''. Questo ''rende non confortato dalla realta' l'atteggiamento che altri paesi europei hanno nei confronti dell'Italia''. Italia che ''ha contribuito pro quota e per ammontare molto alti per la Grecia, il Portogallo e l'Irlanda e lo fara' per il sistema bancario spagnolo. Ma non ha mai usato nessuno delle due modalita''', dei due filoni - quello bancario e quello pro Stati - ricorda ancora. Nel corso dei lavori del G20 e ''intorno ai tavoli delle riunioni'', l'Italia e' stata ''menzionata varie volte in segno di apprezzamento per le politiche in corso'', tiene poi a sottolineare il Professore precisando che ''qualcuno ha anche ricordato come si trovava invece nell'ultimo G20 di Cannes...''.

Una conferenza stampa, quella del Professore, che arriva quando in Italia e' gia' notte, subito prima di ripartire per Roma. Dove da domani si aprono giorni di lavori impegnativi e di contatti intensi con i partner Ue per mettere a punto, entro dieci giorni (in vista del Vertice Ue del 28 e 29 giugno) scelte ''decisive'' per l'euro e la crescita. E tra queste potrebbe esserci anche l'uso dell'Efsf.

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