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Ospedali, tagliati
7mila posti letto

Tagli ai finanziamenti per quasi 8 miliardi sommando anche gli effetti della manovra di Tremonti, con una riduzione sostanziosa delle spese per i farmaci e per gli acquisti, che non si tradurranno "in meno servizi". E una sforbiciata graduale ai posti letto negli ospedali pubblici che si attesterà intorno a settemila, a partire dal 2013. A fare il punto sugli interventi per la sanità ("non tagli lineari ma un definanziamento" orientato alla riduzione "di sprechi e inefficienze" e a una "riorganizzazione complessiva del sistema") il ministro della Salute, Renato Balduzzi, che parlando a un convegno del Pd ha difeso l'impianto del governo sulla revisione della spesa, dando disponibilità "già da domattina" a sedersi al tavolo con le Regioni per rimodulare gli interventi, fermi restando i saldi. E chiarendo che non dovrebbe essere coinvolte le Regioni 'virtuose', quelle cioé che già sono in linea con i nuovi parametri stabiliti dal decreto spending review.

Oltre a convincere le Regioni della bontà dell'intervento del governo, il ministro dovrà vedersela anche con i farmacisti, sul piede di guerra perché con i nuovi tetti alla spesa farmaceutica territoriale, e con lo sconto sostanzioso che dovranno fare al servizio sanitario nazionale, si vedranno costrette, secondo Federfarma, a mettere alla porta "circa 20mila persone". L'associazione già domani si riunirà per valutare la controffensiva, che potrebbe portare alla già preannunciata serrata delle farmacie per protesta.

E già domani potrebbe esserci, intanto, il primo appuntamento con le Regioni per arrivare a chiudere il nuovo Patto per la Salute entro il 31 luglio, ("la cosa più bella che faccio nel mio mandato se ci riusciamo", ha sottolineato Balduzzi). Ad attenderlo, il ministro troverà il muro delle Regioni che paventano, come ha detto a chiare lettere Vasco Errani, il rischio di implosione di sistema che "con questi tagli" non può "reggere" e anzi, è spinto "verso la sanità privata". Nella loro battaglia, ha garantito il segretario Pier Luigi Bersani, le automie avranno la sponda del Pd che in Parlamento è pronto "a fare la sua parte", a patto che si eviti "la rottura istituzionale con le Regioni" che renderebbe "ingovernabile il processo". Sul capitolo posti letto, il decreto prevede che si raggiunga lo standard di 3,7 posti per mille abitanti, gradualmente e attraverso gli atti di programmazione che le Regioni dovranno mettere a punto entro novembre.

La media attuale, secondo i tecnici, è di 3,9, quindi il taglio dovrebbe essere meno pesante di quello ipotizzato in un primo tempo (circa 18mila partendo da una media di 4 per mille abitanti). In totale, considerando anche il taglio che si dovrà fare sui posti letto delle strutture private accreditate, si dovrebbe arrivare a circa 12mila posti letto in meno. Misura che però non dovrebbe riguardare quelle Regioni che già rispettano il nuovo standard, sulle quali il ministro ha garantito che non si andrà ad infierire. Così come non "saranno toccate" quelle Regioni che già hanno fatto economie negli acquisti di beni e servizi, per le quali "il decreto prevede anche una quota premiale".

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