''Nei prossimi mesi dovremo risvegliare in Italia una ragionevole fiducia. Mettendoci all'attacco. Quale risparmiatore dovrebbe aver fiducia nell'Italia davanti a liste di fantasia, partiti per procura, leadership invisibili e senza controllo o agghiaccianti ritorni?''. Cosi' Pier Luigi Bersani critica, all'assemblea del Pd, il ritorno di Berlusconi.
Bersani difende quindi il ruolo del premier Mario Monti: "Il pompiere può anche fare degli errori ma non ha appiccato il fuoco e sarebbe curioso che colui che ha appiccato il fuoco si permettesse di fare le pulci al pompiere che ha impedito che il fuoco dilagasse".
Il segretario, aprendo l'assemblea del partito, invita ad evitare distinguo dentro il Pd sull'agenda Monti dopo il 2013. "Vedo che in mezzo a tanti problemi - dice - si sta aprendo una discussione singolare sul tasso di continuità rispetto a questa transizione (Monti, ndr). Non capisco il dilemma. Inviterei a non cadere sempre nella ricerca di punti di distinzione, a volte un po' metafisici, stucchevoli e fastidiosissimi per la nostra gente". Se per continuità, spiega Bersani, si intende "la ferma presenza dell'Italia in Europa, tenere i conti a posto e prendersi responsabilità, è così. Ma non è così se pensiamo che significa che noi avremmo fatto proprio così le pensioni, l'Imu, il mercato del lavoro, le liberalizzazioni e la spending review".
Sulla riforma elettorale Bersani parla di una ''beffa costituzionale di Pdl e Lega che buttano la palla in tribuna per propaganda col rischio di bloccare ogni riforma. Siamo pronti a approvare almeno la norma sulla riduzione del numero dei parlamentari", afferma il leader del Pd.
L'Italia, prosegue Bersani, ''ha il diritto di costruire un bipolarismo saldamente costituzionale, temperato, flessibile, che metta a confronto progetti alternativi per il Paese. Con le prossime elezioni, o ci sarà una scelta fra progetti alternativi, o l'alternativa si rischia di farla fra populismi e resto del mondo".