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Arte e impegno, 100 anni
di Aligi Sassu

Settant'anni di produzione artistica, straordinariamente ricca e variegata, di impegno civile coraggioso, di ricerca non solo espressiva (fu esploratore fin nel cuore dell'Amazzonia), Aligi Sassu ha attraversato il '900 lasciando un segno indelebile che verra' ricordato in occasione del centenario della nascita, avvenuta a Milano il 17 luglio 1912.

A celebrarlo, in particolare, le iniziative promosse dalla Fondazione Crocevia, di Alfredo e Teresita Paglione, al fianco dell'artista per oltre un quarantennio. Se a Palazzo dé Mayo di Chieti si svolgerà una grande mostra dedicata a Sassu e al movimento di Corrente, sempre nel capoluogo abruzzese, al Museo dell'Università D'Annunzio saranno donate 100 grafiche originali dell'artista, mentre nei prossimi mesi saranno ripubblicate le opere letterarie più importanti del maestro e quelle a lui ispirate.

La sua carriera artistica inizia molto presto, a soli 16 anni é il più giovane artista di tutti i tempi che partecipa alla Biennale di Venezia, dove viene invitato da Filippo Tommaso Marinetti con il gruppo Futurista. Dopo il prestigioso debutto in laguna, Sassu procede in un percorso creativo senza interruzioni, che terminerà solo nel '93 (sette anni prima della morte) con la sua ultima opera pubblica, 'I Miti del Mediterranò, 150 metri quadrati in ceramica per la nuova sede del Parlamento Europeo. In mezzo, una produzione copiosa, innovativa, intrecciata strettamente con l'impegno civile e politico che contraddistingue la sua intera esistenza. A partire da 'La fucilazione nelle Asturie', considerato uno dei primi dipinti sulla Resistenza europea e realizzato nel 1935, l'anno in cui forma il Gruppo Rosso con Nino Franchina, Vittorio Della Porta ed altri.

Del '36 sono invece 'Il Caffe", uno dei suoi quadri più celebri, e i 'Concili', visione satirica del clero romano. Accusato di complotto, nel 1938 Aligi Sassu viene arrestato, processato e condannato a dieci anni di prigione, di cui sconta un anno e mezzo nelle celle di san Vittore a Milano, di Regina Coeli. Anche se graziato, è controllato dal regime, ma non cessa di manifestare con la sua arte il dissenso per le atrocità della guerra e dipinge, nel 1944, 'I martiri di Piazzale Loreto', ispirato all'eccidio avvenuto il 10 agosto di quell'anno. L'opera, esposta qualche anno dopo alla Biennale di Venezia, viene acquistata su richiesta di Giulio Carlo Argan per la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Nei decenni successivi vi é sempre spazio nell'opera di Sassu per l'impegno sociale e politico: nel 1965 realizza il monumento ai partigiani per la Regione Marche e nel 1985 il monumento per la Guardia di Finanza a Milano. Aligi Sassu è ricordato anche per i ruoli istituzionali da lui svolti, come quando nel 1956 è chiamato a guidare la prima delegazione di artisti italiani nella Cina di Mao, un viaggio che sarà di ispirazione per un cospicuo numero di disegni e per la realizzazione dell'opera monumentale La grande Cina. Intanto prosegue un'indefessa sperimentazione sui materiali e i linguaggi espressivi, che è comunque il filo rosso di tutta la sua lunga e fortunata carriera. Poco più che ventenne aveva infatti soggiornato a Parigi e lì aveva studiato a fondo le opere di Matisse, Gericault, Cezanne, anche se a influenzarlo maggiormente erano stati i monumentali dipinti di Delacroix.

E dopo gli orrori della guerra, tornato in Sardegna, oltre a dipingere scene della vita contadina e marinaresca (le Tonnare), continua ad approfondire la sua personale ricerca artistica con i muralisti Diego Rivera e Orozco, ma anche con Van Gogh e Piero della Francesca. Mentre è del '54 il primo incontro a Vallauris con Pablo Picasso, che rivedra' ad Antibes due anni dopo. Negli anni '60 inizia quindi periodo spagnolo: ecco le Tauromachie, presentate dal poeta spagnolo Rafael Alberti, in cui si serve delle sperimentazioni su acrilici dai colori sempre piu' accesi per tratteggiare possenti personaggi mitologici. Bisogna arrivare al 1968 per le opere di grandi dimensioni (il ritratto di Che Guevara) e i murales, ma per Sassu non c'é solo la pittura. Anche la produzione grafica è straordinariamente ricca: migliaia di fogli nelle tecniche più svariate (litografia, acquaforte, acquatinta, serigrafia, xilografia). Numerosissime poi le opere in ceramica, quasi tutte realizzate ad Albisola nei forni del poeta e ceramista futurista Tullio Mazzotti d'Albisola, dove Aligi Sassu si reca per la prima volta con l'amico Lucio Fontana, alla fine degli anni '30. E nel campo della scultura, sono decine le opere e i monumenti spesso collocati in sedi pubbliche in Italia e all'estero o esposte nelle grandi antologiche realizzate nei musei di tutto il mondo. Infine, un capitolo importante della sua produzione riguarda l'illustrazione: dai 112 dipinti a olio per la Divina Commedia ai 58 acquerelli per I Promessi Sposi. Tanto che Aligi Sassu è stato perfino definito da Erich Steingraber il "più fecondo illustratore del Secolo".

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