La Corea del sud ha deciso di rinunciare al controverso progetto di ripresa della caccia alle balene, che aveva suscitato indignazione in tutto il mondo. Lo afferma oggi l'agenzia sudcoreana Yonhap, che cita un alto responsabile del governo. "Discussioni fra i ministeri - ha detto il responsabile chiedendo l'anonimato - si sono concluse in un modo che significa l'abbandono del progetto di pesca alle balene lungo le coste" del paese.
"Anche se si tratta di ricerche scientifiche - ha aggiunto l'alto responsabile governativo - dobbiamo esser coscienti del fatto che si tratta di un tema delicato, sia all'estero che in Corea". Il Ministero dell'Agricoltura, delle Foreste e dell'Alimentazione sudcoreano non ha voluto confermare o smentire, ma Kang Joon-Su, un alto funzionario ministeriale, ha comunque fatto intendere che la prossima settimana la ripresa della caccia alle balene per scopi scientifici avrebbe buone possibilità di essere abbandonata. La Corea del Sud aveva suscitato l'indignazione tra gli ambientalisti di tutto il mondo, annunciando all'inizio di luglio, durante i lavori della Commissione baleniera internazionale (ICW) a Città di Panama, l'intenzione di riprendere a cacciare le balene dopo 26 anni di moratoria. Come il Giappone, la Corea del Sud aveva giustificato la sua decisione con la necessità di condurre ricerche scientifiche, che però non escludono il consumo della carne di balena così ottenuta. Attualmente solo tre Paesi praticano ufficialmente la caccia alle balene, il Giappone per dichiarati motivi scientifici (non condivisi da buona parte dei ricercatori internazionali) e Norvegia e Islanda, che non rispettano il divieto internazionale. Praticano anche la caccia alle balene, principalmente come mezzo di sostentamento, le comunità aborigene della Siberia, dell'Alaska, del Canada del Nord e della Groenlandia.