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Borse a picco
e spread alle stelle,
Monti il contagio c'è

"Il contagio è in corso e non da oggi". Parole che non lasciano spazio a equivoci quelle pronunciate oggi dal presidente del Consiglio Mario Monti, in una giornata di gravi tensioni sui mercati, con il tonfo delle borse di Milano e Madrid, lo spread che sfonda quota 500 e i rendimenti dei titoli di Stato spagnoli che hanno raggiunto livelli che agitano in modo concreto lo spettro del default.

"E' difficile dire quanto sia venuto e venga da Grecia, Irlanda, Portogallo, o dalle banche spagnole ma il contagio", osserva il premier, sceso in sala stampa a Palazzo Chigi, "e' quel disagio che attraverso i mercati colpisce in termini di maggiore incertezza e minore fiducia nell'irreversibilita' dell'integrita' dell'euro, e di maggiori tassi interesse, paesi legati sullo stesso carro ma che, per ragioni storiche struttuali, non sono seduti sulla panca piu' centrale e solida di guida del carro medesimo".

Il Professore, che il 2 agosto incontrera' il suo omologo spagnolo Mariano Rajoy per discutere gli sviluppi della crisi, si rivolge poi a a chi sostiene che non e' sceso affatto lo spread rispetto allo scorso governo: "Gli italiani non si facciano fuorviare da interpretazioni fantasiose. Mi sarei aspettato di piu' ma lo spread e' calato di 84 punti. Rispetto al 574 di novembre 2011 oggi siamo a 490 e quindi c'e' una diminuzione, ma ci vorra' ancora un po' di tempo". E fiducia nei confronti di Roma e' stata espressa dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che in un'intervista a 'Le Figaro' si e' detto sicuro che "L'Italia non avra' problemi".
Schaeuble definiscee Monti "una chance per l'Italia e per l'Europa", sottolinea che "l'Italia sta prendendo oggi buone decisioni che erano state rinviate dal Governo Berlusconi" e auspica che l'esecutivo "continuera' a beneficiare del sostegno necessario in Parlamento e tra l'opinione pubblica".

L'andamento di ieri dei mercati del debito sovrano fa pero' temere che l'attacco estivo della speculazione paventato nelle scorse settimane sia ormai in corso. Non che gli investitori abbiano troppi motivi per tranquillizzarsi. Fino al 12 settembre, quando la Corte Costituzionale tedesca si esprimera' sulla compatibilita' dell'Esm, il meccanismo salva-Stati permanente dell'Eurozona, la cui entrata in funzione era prevista per luglio, i paesi piu' vulnerabili dell'Eurozona resteranno senza rete di protezione. E che l'Eurogruppo abbia dato il via libera agli aiuti alle banche spagnole, mettendo a disposizione 100 miliardi di euro, non e' certo una notizia sufficiente a calmare i mercati, nel giorno successivo all'ammissione del ministro del Bilancio spagnolo, Cristobal Montoro, che aveva dichiarato che Madrid non ha piu' i fondi per pagare i servizi pubblici. Il timore e' che la Spagna abbia bisogno di un vero piano di salvataggio, come la Grecia, l'Irlanda o il Portogallo.

Ieri lo spread tra i Bonos a dieci anni e il Bund tedeschi ha toccato un record storico di 614 punti, con il tasso che resta ben oltre quella soglia del 7% che ha costretto altri paesi a chiedere assistenza finanziaria.
Resta piu' moderato, ma sempre fin troppo elevato, il differenziale calcolato sui Btp a dieci anni, che ha chiuso sopra quota 500 punti, con il rendimento ormai stabilizzatosi sopra il 6%, un livello considerato insostenibile nel medio termine. Un'impennata i cui effetti si sono fatti sentire subito sulle borse europee, che hanno chiuso in deciso ribasso, mentre l'euro e' sceso a un nuovo minimo di due anni sul dollaro sotto quota 1,22. Le flessioni registrate da Londra (-1,09%), Parigi (-2,14%) e Francoforte (-1,9%) appaiono pero' moderati di fronte agli scivoloni di Piazza Affari (-4,38%), e Madrid, maglia nera con un arretramento del 5,82%. I titoli piu' colpiti dalle vendite sono quelli del settore finanziario, in virtu' della loro esposizione ai titoli di Stato dei rispettivi paesi. Tra i peggiori Generali (-8,82%), Mps (-8,55%), Unicredit (-7,24%)e Bp Emilia (-10,65%). Sulla piazza madrilena spiccano invece in negativo Bankia (-10,43%) e i colossi Bbva (-7,80%) e Santander (-7,32%).

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