E' lunedì nero per i listini europei, trainati da Madrid e Milano che sul finale, dopo perdite di oltre il 5%, hanno limitato i danni grazie allo stop alle vendite allo scoperto deciso dalle autorità di borsa nazionali. Il provvedimento non ha impedito agli spread di raggiungere livelli record per la Spagna e sfondare i 520 punti per l'Italia, mentre l'euro è piombato ai minimi da due anni sotto 1,21 dollari. E per domani potrebbe prepararsi un'altra giornata difficile per i titoli di Stato iberici e per i Btp italiani: Lch Clearnet, la principale cassa di compensazione titoli europea, ha deciso di alzare nuovamente i suoi margini di garanzia richiesti per le transazioni su alcuni titoli di Stato italiani e spagnoli. La clearing house londinese ha rivisto i parametri per i Btp con scadenze comprese tra i 2 e 3,25 anni dal 4,80% al 5,55%, per quelli tra i 7 e 10 anni dal 9,50% all'11,65%, e tra i 15 e 30 anni dal 18% al 20%. L'agenzia, con effetto da domani, ha rivisto anche i margini per i Bonos con maturità comprese tra i 7 e 10 anni dal 11,80% al 12,20% e quelle tra i 15 e 30 anni fino al 20%. Dopo un inizio in profondo rosso, la borsa di Milano ha chiuso limitando le perdite con un -2,76% a 12.706 punti per il Ftse Mib, dietro Madrid (-1,1%) che stamani, sui timori di un salvataggio necessario per le finanze pubbliche della Spagna, ha fatto da innesco per la forte correzione sui listini europei. La Consob, dopo la sospensione per eccesso di ribasso di istituti come Banco popolare, Mediobanca e Mps, è corsa ai ripari reintroducendo il divieto delle vendite allo scoperto sui titoli bancari e assicurativi, per essere seguita a stretto giro dall'authority spagnola. E' andata peggio per le altre principali piazze europee (lo Stoxx 600 ha segnato il calo più forte da tre mesi a questa parte) che, in assenza del riparo delle 'Consob' nazionali, chiudono con cali del 2,89% (Parigi), 2% (Londra) e 3,18% per Francoforte. L'intervento delle autorità di borsa non ha impedito un vero e proprio tracollo sul fronte dei titoli di Stato periferici, alimentato dai dubbi sulla tenuta della Spagna e dalle indiscrezioni, circolate nel weekend e poi rientrate, secondo cui il Fondo monetario internazionale sarebbe pronto a lasciare la Grecia al suo destino. Da Soci, in Russia, il premier Mario Monti ha detto che il "grande nervosismo" sui mercati e sullo spread "ha poco a che fare con i problemi specifici dell'Italia", ma piuttosto dipende dalle "notizie, dichiarazioni e indiscrezioni sull'applicazione" delle decisioni prese dal vertice Ue di fine giugno, che dovrebbero "essere implementate senza rumore e in tempi brevi". Toni forti dal leader della Cisl Raffaele Bonanni: "A Monti diciamo che il tempo è scaduto. Deve convocarci subito. Serve un nuovo patto sociale" contro "l'attacco speculativo, lo sciacallaggio" in corso. Fatto sta che, mentre i rendimenti di Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna scendevano a minimi record a testimoniare la fuga generalizzata dal rischio, in una seduta ad alta volatilità la Spagna ha visto il proprio premio di rendimento decennale sfondare la soglia de 630 punti con un rendimento decennale record del 7,40%: un livello che, in precedenti come quello greco, ha fatto da apripista a un salvataggio europeo. Il rischio di default per il Paese iberico, misurato dai contratti derivati 'credit-default swap', è volato di 28,5 centesimi a 634, segnando anche qui un massimo storico. E a pagare il prezzo dell'incertezza sulle misure europee anti-crisi e sulla capacità degli Stati di rimettere in ordine i conti pubblici è stato anche l'euro, scivolato ai minimi dal giugno 2010 sul dollaro, a 1,2067, un livello inferiore alla media storica dei dodici anni di vita della divisa unica. (ANSA).
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