Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Obama abbraccia
i parenti delle vittime

Voleva ammazzarli tutti. James Holmes cercava una mattanza ancora più sanguinosa, senza precedenti. E ci sarebbe riuscito se solo il suo fucile mitragliatore non si fosse inceppato durante l'assalto. E' il nuovo dettaglio da brividi che emerge dalle indagini sulla strage alla sala nove del multisala Century di Aurora.

Nel giorno in cui tutta l'America si ferma a pregare le vittime di questa ennesima strage senza senso, Barack Obama vola a Denver per portare il suo omaggio ai familiari di chi non c'é più e far visita ai tanti feriti ricoverati negli ospedali della città. Anche oggi, in questa prima domenica dopo la tragedia, nei pressi della multisala della morte, nelle chiese e nelle scuole della zona la gente si raccoglie in preghiera. A rendere ancora più raccapricciante la giornata aver scoperto che questo ex studente modello aveva in programma una macelleria di proporzioni ancora più abominevoli.

Secondo la stampa locale, il fucile semiautomatico AR-15 che Holmes aveva acquistato in un'armeria di Aurora, si è inceppato all'interno della sala, costringendo il killer a ripiegare su armi meno micidiali. Holmes infatti aveva dotato il mitragliatore di un caricatore ad alta capacità, da cento colpi, in grado quindi di sparare 50-60 colpi al minuto. Insomma, avrebbe potuto sterminare tutti gli spettatori, dal primo all'ultimo. Intanto si continua a scavare nella sua vita, nei mesi, nei giorni precedenti alla strage, pur di avere una pista, un dettaglio investigativo.

Ma James Holmes, come lo hanno ribattezzato i cronisti Usa è ormai il 'fantasma di Denver'. Da giorni battono palmo a palmo i luoghi che ha frequentato negli ultimi tempi. Ma invano. Sembra che questo brillante studente, con la faccia sveglia ma di poche parole, non abbia lasciato alcuna traccia. Ed è incredibile, per un ragazzo della sua età in America, scoprire che non avesse un profilo su Facebook, su Twitter e nemmeno su altri social network. Pare che nessuno abbia avuto con lui alcun contatto umano, nessuno gli abbia mai rivolto la parola. Malgrado gli appelli, in questi giorni di indagini febbrili, non è spuntato nessuno che potesse spiegare cosa è accaduto nella sua mente, da quando, una volta abbandonati gli studi per il dottorato, ha cominciato a ordinare armi, munizioni (ben 6.000 pallottole) ed esplosivi on-line e chiuso in casa, per lunghi mesi ha preparato con estrema precisione la sua strage.

S'é saputo solo che meno di un mese fa, il 25 giugno, ha chiesto l'iscrizione a un poligono privato. Il proprietario del centro, Glenn Rotkovich, quando ha chiamato il numero di casa di Holmes, ha ascoltato una segreteria con un messaggio ispirato a Batman, che oggi, parlando alla Fox, definisce "bizzarro e che faceva paura". "Ho detto al mio staff: il nome è James Holmes se ritorna chiamatemi, devo parlare con lui prima di qualsiasi cosa. Non sono sicuro di questo ragazzo, sembra strano". Ma purtroppo Holmes a quel poligono non c'é mai andato. Ed è svanito nel nulla anche per questo anziano signore che aveva subdorato qualcosa. E in effetti, le caratteristiche del luogo, hanno favorito il suo isolamento paranoico. In questo spicchio di Colorado, così come capita ovunque nella sterminata periferia americana, si può fare tutto senza scendere dalla macchina. Ad Aurora, a mezz'ora appena da Denver, ci sono solo centri commerciali, negozi. Le case sono raccolte in complessi anonimi, senza alcun luogo di ritrovo. Date le distanze, nessuno cammina. E poi anche volendo, non ci sono strade normali, ma solo autostrade. E se uno vuole un caffé, o mangiare un hamburger, o prelevare dei soldi dal bancomat, lo può fare tranquillamente rimanendo seduti in auto. Basta affiancarsi a qualche fast food, o Starbucks o Banca che abbia il servizio al cliente. Lì si trova un' impiegata sorridente per contratto che serve direttamente attraverso il finestrino dell'auto.

Tag:

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia