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Tonfo Milano e Madrid
Lo spread torna a 537

La deriva di Madrid fa paura. E per Borse e spread di Spagna e Italia si consuma un'altra giornata di passione, in un mercato sempre più insofferente a una Europa in perenne disaccordo e che non riesce a trovare vie d'uscita credibili alla spirale della crisi del debito. Ne è un esempio la gaffe, o il mezzo giallo, sul comunicato congiunto di Spagna, Francia e Italia per fare pressing sulla Ue per l'attuazione immediata degli accordi presi al Consiglio europeo di fine giugno. A peggiorare le cose, le voci su una nuova ristrutturazione del debito della Grecia, viste le difficoltà di Atene ad onorare gli impegni. Ma a dare il primo scossone alla giornata è l'allarme di un crac della Catalogna che ha riacceso i riflettori sul rischio di un salvataggio in piena regola della Spagna, e quindi non più solo aiuti limitati alle banche in crisi. Una valanga di vendite si è abbattuta sulla Borsa di Madrid e su Piazza Affari che piomba ai minimi storici mentre gli spread si infiammavano. Il differenziale Btp-Bund rivede i massimi da novembre, prima dell'insediamento del governo di Mario Monti, e quello tra Bonos e Bund schizza a nuovi record.

La maglia nera va alla Borsa di Madrid: nonostante il divieto di vendite allo scoperto varato ieri l'Ibex 35 affonda (-3,58%) scivolando sotto i 6.000 punti per la prima volta dall'aprile del 2003. Il rischio contagio colpisce Piazza Affari che archivia un ribasso del 2,7% al minimo storico di 12.362,51 punti (il precedente record negativo era di settembre 2009 a 12.621 punti). A soffrire di più sono come sempre le banche con Mediobanca (-6,75%), Intesa Sanpaolo (-4,56%), Unicredit (-4,03%) Bper (-7%). Va meglio alle altre piazze europee che riescono a limitare i danni e a metabolizzare in parte l'avvertimento di Moody's sulla tenuta del rating di 'Tripla A' di Germania, Olanda e Lussemburgo. Francoforte chiude a -0,45%, Londra a -0,63% e Parigi a -0,87%. Ma ancora una volta è il mercato del debito a fare da termometro della crisi: Madrid ha piazzato a fatica titoli di Stato a breve termine per 3,05 miliardi di euro e ha dovuto offrire tassi più alti. Il Tesoro spagnolo ha venduto titoli semestrali pagando il 3,691% contro il 3,237% del mese scorso e titoli trimestrali con rendimenti in rialzo al 2,434% dal 2,362% di giugno.

Il differenziale tra la carta decennale spagnola e tedesca è schizzato al nuovo record di 640 punti con il tasso dei Bonos a livello da Sos del 7,6%. L'attacco della speculazione surriscalda lo spread tra i decennali italiani e tedeschi che chiude sui massimi a 537 punti base come non accadeva da metà novembre, ossia dai tempi del passaggio di consegne tra Berlusconi e Monti. Il rendimento del Btp a 10 anni sfiora il 6,6% e non è un buon segno per le aste in programma questa settimana. L'attesa è concentrata soprattutto sull'emissione di Bot a sei mesi per a 8,5 miliardi che si terrà venerdì 27 luglio, un'offerta più alta rispetto agli 8 miliardi di titoli in scadenza. Il Tesoro ha anche comunicato che giovedì 26 luglio saranno collocati i titoli della quinta tranche di Ctz in scadenza il 30 maggio 2014. L'ammontare è previsto tra un minimo di 1,5 miliardi e un massimo di 2,5 miliardi di euro. Cancellata, invece, l'emissione di Btp-i prevista in calendario per il 26.

In serata, Chiusura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,82% a 12.617,62 punti, il Nasdaq cede lo 0,94% a 2.862,99 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,90% a 1.338,31 punti. L'euro è scambiato a 1,2071 dollari dopo la chiusura di Wall Street.

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