Si apre una settimana decisiva per il destino dell'euro. In un contesto di rinnovato allarme, i prossimi saranno giorni di intensi contatti tra le capitali di Eurolandia e l'Italia avra' un ruolo di primo piano. Il premier Mario Monti volera' martedi' a Parigi per una colazione di lavoro con il presidente francese, Francois Hollande, il giorno successivo vedra' il primo ministro finlandese Jyrki Katainen e giovedi' avra' un faccia a faccia con il collega spagnolo Mariano Rajoy. Monti dovrebbe sentire telefonicamente anche il cancelliere tedesco Angela Merkel. Girandola di incontri ai massimi vertici di tutte le istituzioni: il presidente della Bce Mario Draghi incontrera' il segretario al Tesoro Usa Geithner e "nei prossimi giorni" il presidente della Bundesbank Weidmann . _____________ L' 'uno-due' assestato alla speculazione da Draghi prima e da Merkel-Hollande poi con le dichiarazioni a sostegno dell'euro ha riportato un po' di calma sui mercati. Ma la strada da percorrere per ridare stabilita' all'eurozona e' ancora lunga e resta in salita, come dimostra l'altola' alla Bce arrivato oggi dal ministro dell'Economia tedesco Philipp Roesler, che nella partita tutta interna alla Germania tra 'falchi' e 'colombe' si schiera con la Bundesbank: ''La Bce deve restare indipendente", il suo compito è assicurare la stabilità dell'euro, non finanziare l'indebitamento degli Stati, ha avvertito. A Bruxelles, tra la ristretta pattuglia di funzionari e diplomatici rimasti a presidiare istituzioni gia' in clima vacanziero, si respira un clima di attesa alla vigilia di un'altra settimana densa di incognite e appuntamenti importanti. Nei prossimi giorni il presidente del Consiglio Mario Monti volera' prima a Parigi e poi a Helsinki, per approdare infine a Madrid, per un tour che si inquadra nella girandola di incontri e contatti tra le cancellerie per dare seguito alle decisioni del vertice Ue di giugno sullo scudo anti-spread e l'unione bancaria. Mentre il presidente della Bce - che affila le armi per combattere la speculazione - incontrera' il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner e il collega della Bundesbank, Jens Weidmann, prima della riunione del Consiglio dell'istituto di Francoforte, fissata per giovedi', su cui sono puntati tutti i riflettori. Nel frattempo si vedra' se la tregua tra speculazione e eurozona reggera'. C'e' chi dice che dietro la dichiarazione congiunta franco-tedesca ci sia un finalmente ritrovato spirito comune che testimonia la volonta' politica di Angela Markel e Francois Hollande di sostenere insieme l'Europa. Ma la Spagna continua ad essere fonte di grande preoccupazione e instabilita'. Ed anche se il ministro delle Finanze tedesco Walfgang Schaeuble ha oggi categoricamente smentito che esista un piano per l'acquisto di titoli pubblici spagnoli da parte del fondo salva-Stati Efsf, in molti ritengono che solo cosi' Madrid potra' superare le attuali difficolta'. C'e' poi la questione della Grecia. Un grande nodo politico destinato ad arrivare al pettine al piu' tardi a settembre, che pero' sta gia' facendo sentire i suoi effetti destabilizzanti. Un gruppo formato da almeno sei Paesi e' infatti fortemente contrario all'ipotesi di un nuovo salvataggio e questo scenario rilancia l'ipotesi di una possibile uscita della Grecia dall'euro. In attesa degli sviluppi della situazione, il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, sottolinea che gli eventi di questi ultimi giorni hanno dimostrato come, davanti a segnali ''forti'' lanciati dalla politica (Francia-Germania) e dalle istituzioni (Bce), ''la speculazione fa marcia indietro. E' un fatto importante che ci fa ben sperare. Bisogna far capire che c'e una strategia condivisa da tutti - istituzioni e Paesi membri - per difendere la moneta unica''. Una strategia che deve pero' fare i conti quotidianamente con i 'distinguo' e le prese di distanza che arrivano da piu' parti, in primo luogo dalla Germania. Dove il ministro dell'Economia, il liberale Roesler, gia' fonte di tensioni a causa delle sue dichiarazioni sulla possibile uscita di Atene dall'euro, e' nuovamente sceso in campo al fianco della Bundesbank per sottolineare la sua contrarieta' all'acquisto, da parte della Bce, dei titoli di Stato dei Paesi sotto attacco. Un'ipotesi che spaventa anche il settimanale 'Spiegel', il quale agita lo spettro piu' temuto dai tedeschi, ovvero quello di un'inflazione fuori controllo come risultato di una politica Bce troppo accomodante.