Attraverso una nota ufficiale pubblicata sul sito www.comitatodelsole.atervista.org, il comitato promotore per la richiesta di referendum avente per oggetto “L’abrogazione parziale della legge 31 ottobre 1965, n. 1261 sulla determinazione delle indennità spettanti ai membri del Parlamento”, ha comunicato la decisione di interrompere la raccolta di firme, partita a seguito dell’annuncio sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 24 aprile 2012. Il Comitato del Sole, si legge nel comunicato ufficiale, ha ritenuto opportuno interrompere l’iniziativa poiché sulla base delle firme raccolte finora a livello nazionale, circa 250.000 e, visto l’esiguo tempo rimasto per il deposito delle stesse, è apparsa chiara l’impossibilità di raggiungere la quota delle 500.000 sottoscrizioni necessarie per attuare efficacemente la richiesta di referendum.
Non si tratta, tuttavia, di una resa definitiva. La prospettiva è quella di ricominciare ad ottobre, puntando nel frattempo ad organizzare una struttura operativa più capillare su tutto il territorio nazionale che possa dare maggiore forza ed incisività all'iniziativa referendaria, allargando il più possibile la partecipazione attiva dei cittadini. Seppure non sufficiente ad attuare la richiesta di referendum, il numero di firme raccolte giustifica la fiducia dei promotori in un efficace riavvio dell’iniziativa, sottolineando il fatto che il Comitato Del Sole è composto da semplici cittadini, che le risorse economiche erano limitate all’autofinanziamento e che non si è goduto di appoggi esterni di nessun tipo.
Anche a Messina, dove l’iniziativa ha trovato vigore piuttosto in ritardo, i cittadini hanno risposto positivamente recandosi a firmare presso l’ufficio elettorale di Palazzo Zanca e presso le sedi circoscrizionali. Confortante in tal senso si è rivelata anche la collaborazione di consiglieri comunali, circoscrizionali e provinciali che in maniera trasversale hanno aderito all’iniziativa. In poco tempo sono state raccolte, infatti, più di 1500 firme, dato che certamente fa ben sperare in un efficace rilancio dell’iniziativa nel prossimo futuro, attraverso una migliore organizzazione.
Su questo aspetto si sofferma il consigliere del Partito Democratico alla Terza Circoscrizione, Santi Interdonato, il quale ritiene opportuno spiegare che la scelta interruttiva operata dal Comitato è legata soprattutto ad un aspetto di natura procedurale sancito dall’art. 31 della Legge 25 maggio 1970, n. 352, normativa di riferimento in materia di referendum e di iniziativa legislativa popolare, in cui è disposto testualmente che “Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime”. Poiché il corrente anno corrisponde proprio a quello anteriore alla scadenza elettorale prevista per il 2013, ne scaturisce che se si fosse arrivati al raggiungimento delle 500.000 firme si sarebbe probabilmente incappati in una dichiarazione di invalidità a causa di un vizio nella errata applicazione della procedura prevista. È corretto fare presente ciò ai cittadini perché, nei fatti, significa che ad ottobre la raccolta di firme dovrà ricominciare daccapo e sarà necessaria la concreta partecipazione anche di coloro che avevano già firmato. “Bisogna ammettere che si è trattato nei fatti di un errore interpretativo della normativa – ha aggiunto Interdonato -. Non è il caso di fare dietrologia di alcun genere né avanzare sospetti circa eventuali azioni di boicottaggio dell’iniziativa provenienti da chissà chi”.