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Lombardo si è dimesso
si vota ad ottobre

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Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, si è dimesso. Nell'ufficializzare le sue dimissioni, annunciate da settimane, davanti al parlamento siciliano, Raffaele Lombardo ha informato che la Sicilia andrà al voto il 28 e 29 ottobre ma non esclude un anticipo.

Il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, ha dunque proclamato lo scioglimento dell'Assemblea regionale siciliana, che in base allo statuto rimane però in carica fino all'insediamento del prossimo Parlamento.

Nel suo discorso Lombardo ha fatto riferimento alle polemiche sul rischio default della Sicilia parlando di "tattica politico-mediatica disonesta e criminale" che ha "infangato" la Regione a livello internazionale. "La mia è una scelta lucida e ragionata, mi auguro che si possa aprire nuova fase governata da uomini liberi e non intruppati che lavorino contro l'ascarismo e il trasformismo", ha dichiarato Lombardo. "Lascio la presidenza e qualsiasi carica politica senza rimpianti e con orgoglio", ha aggiunto.

ARS SCIOLTA, MA STIPENDI RESTANO - Le dimissioni di oggi del governatore non toccheranno i 90 deputati che nei prossimi tre mesi, per le sole indennità, costeranno più di 4 milioni di euro. L'Ars in questo periodo potrà riunirsi, ma intanto andrà in ferie.

E' la seconda volta nella storia dell'autonomia siciliana, nata nel 1946, che l'Assemblea viene sciolta anticipatamente. E' accaduto nelle ultime due legislature: quella interrotta il 18 gennaio 2008 per le dimissioni di Salvatore Cuffaro, a meno di due anni dalla sua rielezione alla presidenza della Regione, e quella attuale, cominciata con il trionfo di Lombardo che il 14 aprile aprile di 4 anni fa vinse con il 65% dei voti contro la candidata del centrosinistra Anna Finocchiaro.

LE REAZIONI: Sono prevalentemente all'insegna dell'auspicio che si avvii una nuova fase politica i commenti alle dimissioni del governatore siciliano Raffaele Lombardo. "Da oggi comincia ufficialmente anche in Sicilia una nuova stagione, una primavera di rinnovamento e di impegno per ricostruire sulla macerie lasciate in eredità dal peggior presidente che abbia mai governato la Sicilia", dice il deputato del Pdl Nino Germanà. Sulla stessa scia la segretaria generale della Cgil Sicilia Mariella Maggio che si augura "che le dimissioni aprano adesso per la Sicilia la possibilità di una nuova fase politica, diversa da quella che si chiude, che andrà affrontata dai partiti col massimo della responsabilità". "Oggi non è una giornata di festa, si chiude una pagina fallimentare della storia della nostra regione. Le dimissioni di Lombardo, anche per noi del Pdl che lo abbiamo combattuto fino in fondo, non sono certamente un momento di gioia. La situazione di degrado amministrativo e finanziario in cui lascia la Sicilia é tale che bisogna solo pensare al più presto a come rimetterla in piedi. E' questo che i siciliani si aspettano dalla politica per dare dimostrazione che non è solo spartizioni di posti, occupazione di potere, elargizione di prebende, così come l'ex Governatore ha fatto credere in questi anni", dice il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, Lapidario il cocordinatore del Pdl Domenico Nania: "Finalmente", dice. Per il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo "E' adesso necessario che le forze politiche del centrosinistra si uniscano per condividere un programma di cambiamento della Sicilia radicalmente alternativo al berlusconismo ed al lombardismo, aperto al confronto con l'Udc, e che abbia come priorità lo sviluppo produttivo, il lavoro, la legalità". Invita a "ragionare sulle prospettive future, sulle riforme da presentare ai siciliani, sul percorso, difficile e ineluttabile, che dovrà portare al rinnovamento profondo delle prassi di governo", Nello Musumeci, leader siciliano de La Destra. I deputati del gruppo pdl all'Ars dicono: "Le dimissioni del Presidente Lombardo sono l'epilogo di una triste legislatura che, ad un certo punto, si è fondata sulla sostituzione della maggioranza stabilita dagli elettori con una maggioranza parlamentare di segno diverso, con ruolo fondamentale del Pd: una truffa per la politica; una truffa aggravata per i siciliani che hanno, per questo, subito danno economico. Tra bilanci falsi, finanziarie impugnate, debiti, fondi europei perduti, enti locali in agonia, esercizi provvisori in collezione, nomine, occupazione selvaggia del potere, si certifica un fallimento. Andarsene un anno prima non è di certo un successo. Il peso delle vicende giudiziarie ha fatto il resto".(ANSA).

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