Lunedì 23 Dicembre 2024

Per 18 mln di italiani
stangata da 1,9 mld

 Dalla prossima settimana con l'approvazione definitiva alla Camera del decreto sulla spending review, 18 milioni di cittadini italiani pagheranno 1,9 miliardi in più di imposte. E' quanto stima Confesercenti sulla base dell'articolo 16 del decreto che consente alle otto regioni con deficit sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia), di aumentare di 0,6 punti l'addizionale regionale Irpef, anticipando di un anno quanto previsto dalle norme sul federalismo regionale. Si tratta, spiega l'organizzazione, del terzo aumento delle addizionali Irpef in meno di un anno, dopo quello che, ad agosto 2011, ha consentito ai Comuni di portare al massimo l'addizionale comunale all'Irpef, per un prelievo atteso dell'ordine di 1,7 miliardi, e quello (della manovra 'salva Italia') che ha maggiorato di 0,33 punti l'addizionale regionale Irpef, per ulteriori 2,1 miliardi.


  Insomma, in meno di un anno, il peso delle addizionali Irpef e' cresciuto di quasi 6 miliardi, con: un'impennata di oltre il 50% rispetto al 2010; un contributo di quasi mezzo punto alla crescita della pressione fiscale; un onere aggiuntivo che porta a 560 euro quanto sara' pagato da ciascuna famiglia italiana (+ 210 rispetto al 2010). Un onere che si va ad aggiungere a tutti gli altri aumenti impositivi (Imu, tassa di soggiorno, Iva?) e tariffari nel frattempo varati. Si tratta di aumenti, spiega Confesercenti, che da un punto di vista distributivo vedono pagare di piu' soprattutto i territori piu' poveri, quelli contraddistinti da redditi piu' bassi e da condizioni sociali piu' pesanti (ridotti livelli occupazionali, maggiori carichi di famiglia). Laddove le realta' del Paese piu' ricche sopportano un prelievo locale piu' contenuto e comunque sufficiente ad assicurare il funzionamento delle amministrazioni. 

Infatti, l'addizionale regionale che, dopo quest'ultimo aumento, gravera' sui contribuenti di Sicilia, Calabria e Molise (2,63%) sara' del 114% in piu' rispetto all'onere sopportato da trentini, friulani, veneti, valdostani e toscani (1,23%). Ad esempio, per un reddito di 30 mila euro, il contribuente calabrese paghera' 789 euro l'anno, ossia 420 euro in piu' rispetto ai contribuenti delle regioni piu' 'virtuose' (che sullo stesso reddito dovranno 'solo' 369 euro). Una penalizzazione che, ovviamente, aumentera' proporzionalmente all'aumentare del reddito. La penalizzazione delle realta' territoriali piu' povere aumenta considerando insieme l'addizionale regionale e quella comunale. Ad esempio, per un reddito di 30 mila euro, il contribuente di Catanzaro sosterra' l'onere piu' alto (il 3,43% , per 1029 euro l'anno); ossia ben 600 euro in piu' (il 140%) rispetto all'italiano residente in realta' come Bolzano e Firenze in cui si combina una scelta minimale del fisco comunale (0,2% l'aliquota) e un prelievo regionale limitato all'aliquota base (1,23%) senza maggiorazioni di sorta. 

E ancora, il contribuente napoletano e quello palermitano pagheranno 939 euro, quasi il doppio di quello fiorentino. "E' evidente - sottolinea Confesercenti - che in questa situazione e con i consumi in grave stallo sia necessario procedere con urgenza sulla strada di una riduzione sostanziale della spesa pubblica e dei costi della politica, dirottando risorse cospicue sul fronte sempre piu' caldo del fisco al fine di ridurre in modo deciso e rapido la insostenibile pressione fiscale, in particolare sul lavoro".

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