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Confermato sequestro
ma per risanamento

ilva taranto

 Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato il sequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto, finalizzandolo al risanamento dello stabilimento.

Il tribunale del Riesame di Taranto ha confermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, ex presidenti dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli altri cinque indagati, tutti capiarea Ilva, sono stati rimessi in libertà. Restano dunque ai domiciliari in Lombardia il patron Emilio Riva, presidente dell'Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola Riva, che gli è succeduto nella carica e si è dimesso il 10 luglio scorso, e l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso, anche lui dimessosi poche settimane fa. Il tribunale del riesame ha, invece, rimesso in libertà il dirigente capo dell'area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, il responsabile dell'area agglomerato, Angelo Cavallo, il capo area parchi minerali, Marco Andelmi, il capo area acciaieria 1 e 2 e capo area Crf Salvatore D'Alò, e Salvatore De Felice, capo area altoforno e da poco subentrato a Capogrosso alla direzione dello stabilimento di Taranto. L'accusa per tutti gli indagati, a vario titolo, è di disastro ambientale colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico.

Intanto la Camera sarà convocata tra stasera e domani per l'annuncio dell'arrivo a Montecitorio del decreto sull'Ilva. lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo. "Siamo incerti se riusciremo a presentarlo stasera o domani" ha spiegato il ministro Giarda, perché il decreto è ancora alla firma del presidente della Repubblica.

L'esame del decreto da parte del Parlamento, comincerà comunque dopo la pausa estiva, il 3 settembre. La convocazione della Camera, come previsto dalla Costituzione, è necessaria perché il presidente deve dare comunicazione all'Aula dell'arrivo del decreto, assegnandolo alle commissioni di competenza.

Stamani il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, ha detto che ''Occorre evitare la chiusura dell'Ilva, se si chiudono quegli impianti non si riaprono piu'''I fondi per la bonifica e i tempi per raggiungere standard diversi ''sono dati che tutti insieme portano a evitare la chiusura''.L'alternativa pane-veleno ''e' inaccettabile''.

"Non possiamo però neppure dire che gli impianti dell'Ilva vanno tenuti aperti a qualsiasi condizione - ha puntualizzato Passera - in quanto i criteri salute pubblica devono essere considerati". "Ci deve essere l'impegno di tutti a non chiudere, ne va di mezzo - ha detto il ministro - non solo il gruppo Riva ma tutta la filiera". Quello che l'azienda stava facendo, le risorse che il governo ha messo a disposizione per bonifiche e interventi, buona volontà e il tempo per raggiungere certi standard e non parametri estremi, "sono tutti elementi - ha aggiunto - che possono portare a evitare la chiusura".

FERRANTE: VOGLIAMO RIDURRE IMPATTO AMBIENTALE - "In questi giorni, tra ieri e oggi, siamo andati al di là delle autorizzazioni amministrative e del dettato normativo proprio per dare un segnale di un impegno serio e concreto, di una volontà precisa di ridurre l'impatto ambientale che lo stabilimento ha sul territorio di Taranto". Lo ha detto a Bari il presidente Ilva, Bruno Ferrante. Ferrante ha fatto le sue dichiarazioni a Bari a conclusione di un incontro avuto con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l'assessore alla qualità dell'ambiente, Lorenzo Nicastro, a proposito delle conclusioni della prima riunione tecnica sula questione ambientale tenuta ieri nel capoluogo pugliese. Per Ferrante, ieri, dal 'tavolo tecnico' "é stato fatto un ottimo lavoro, molto concreto, che ha individuato degli obiettivi e anche le soluzioni". "Un ottimo lavoro - ha aggiunto - anche per il metodo che è stato utilizzato che vede tutte le parti pubbliche e il privato allo stesso tavolo dialogare e confrontarsi sui problemi dell'Ilva e sulle soluzioni. Credo che questo sia il metodo di lavoro anche per il futuro".

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