Dopo che la sua candidatura alla presidenza della Regione Sicilia sembrava accolta dal Pdl, a iniziare dal suo leader Silvio Berlusconi, Gianfranco Micciché ha dovuto registrare una sempre più forte resistenza all'interno del maggior partito che avrebbe dovuto sostenerlo e che invece ha riaperto i giochi riproponendo suoi uomini alla guida di Palazzo D'Orleans: Francesco Cascio, attuale presidente dell'Ars e Roberto Lagalla, rettore dell'Ateneo palermitano. Oggi, con la classica mossa del cavallo, il leader di Grande Sud avanza la candidatura di Nello Musumeci, esponente de La Destra di Francesco Storace, con cui erano avviate già da tempo trattative per un'alleanza in vista delle elezioni regionali. E lo schieramento potrebbe comprendere anche il Partito dei Siciliani, ex Mpa. E' di oggi la dichiarazione con cui Micciché torna ad aprire al movimento di Lombardo: "Grande Sud - dice - ha avviato un ragionamento con il Partito dei siciliani e, in generale, con tutte le intelligenze politiche, presenti nella nostra Isola, che hanno ben chiaro il concetto che nei partiti nazionali spazio per la Sicilia ce n'é veramente poco". Se nel centrodestra continuano le schermaglie e le mosse tattiche per giungere ad una candidatura unitaria, la situazione non appare più definita per gli altri schieramenti. Il candidato del Pd, Rosario Crocetta, può già contare sul sostegno dell'Udc e potrebbe essere appoggiato dal Nuovo Polo che Fli vorrebbe creare assieme al partito di Lombardo. In ogni caso il coordinatore siciliano dei finiani Carmelo Briguglio lascia sul tavolo la candidatura di Fabio Granata. La convergenza tra Pd, Udc e Fli però comporterebbe il definitivo accantonamento di un'intesa con Sel: Claudio Fava resta infatti in campo ribadendo che nessun accordo è ipotizzabile con Udc, il Fli e l'ex Mpa.
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