Se confermato, quello di ieri è il bilancio più tragico dall'inizio della rivolta in Siria, quasi un anno e mezzo fa. Il giorno più sanguinoso, in precedenza, si era registrato lo scorso 12 luglio, con almeno 287 morti stimati dagli attivisti, la gran parte dei quali, 220, nella strage di Hama. A differenza delle scorse settimane, sempre secondo gli attivisti anti-regime, l'esercito fedele al presidente Bashar al Assad ha messo in campo l'aviazione, che spara indiscriminatamente sui quartieri residenziali delle roccaforti della ribellione, nelle periferie di Damasco come a Homs, Hama, Dayr az Azzor, Aleppo. Ieri, nella sola Idlib, 10 missili lanciati dagli aerei hanno centrato alcuni quartieri della città. Stamani, i morti nei bombardamenti sono già 23.
La tv di Stato siriana annuncia che "a Daraya i terroristi sono stati cancellati" e celebra una operazione militare che ha portato "all'eliminazione di un gran numero di loro" e a "spianare" la zona dove "sorgevano diversi magazzini per la fabbricazione di ordigni". "Vittorie trionfali" vengono annunciate anche ad Aleppo, dove i "terroristi hanno subito perdite di grandi dimensioni" e a Dayr az Zor. (ANSA).