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Isaac sta arrivando
Obama: pronti a evacuare

 Isaac "é una grossa tempesta", deve essere "presa sul serio", questo "non è il momento di sfidare il destino". Il presidente Barack Obama è preoccupato, e lo dimostra andando in televisione per esortare: "Se le autorità vi dicono di evacuare, evacuate!". Isaac, trasformatosi ormai da tempesta tropicale in uragano, si avvicina minaccioso alle coste che si affacciano sul Golfo del Messico, dove arriverà stanotte. Le ferite inferte da Katrina, esattamente sette anni fa, sono ancora aperte. Ma la lezione, sembra, è stata imparata. Allora, nel 2005, l'uragano venne sottovaluto, e causò un'ecatombe. 

Stavolta è diverso. Malgrado in mattinata il sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu, abbia escluso, almeno per il momento, un ordine di evacuazione obbligatoria dalla città (lo farà solo se si trasformerà in uragano di livello 3), da giorni ci si prepara per quando Isaac "toccherà terra". Dopo aver imperversato nel Golfo del Messico, lasciando dietro di sé ad Haiti e Santo Domingo distruzione e almeno una ventina di morti, nelle prossime ore raggiungerà le coste del Mississippi, dell'Alabama e della Louisiana, che già da tempo hanno dichiarato lo stato di emergenza. Per il momento Isaac è stato elevato a categoria uno delle cinque previste nella scala Saffir Simpson che misura la forza degli uragani. 

Katrina arrivò a far registrare il terzo grado quando raggiunse e distrusse New Orleans, capitale del Jazz e della cultura creola. Con venti fino a 190 kmh, causò la morte di circa 1.400 persone e danni per oltre 135 miliardi di dollari, passando alla storia come il disastro naturale più costoso sin dalla nascita degli Stati Uniti. Isaac è molto diverso da Katrina. Finora la velocità dei suoi venti ha toccato 'solo' i 100 kmh, ma si muove molto lentamente, ed è gonfio di pioggia. Si prevede che ne rovescierà decine di centimetri ogni ora sui territori che attraverserà, che a loro volta sono cambiati notevolmente dal 29 agosto del 2007, ma che sono sempre a rischio inondazioni. In tutta la zona di New Orleans è stato realizzato dai reparti del genio civile dell'esercito un sistema di dighe per centinaia di chilometri, con un investimento da oltre 13 miliardi di dollari. I laghi della zona sono stati dotati di enormi pompe da 5.700 cavalli, undici, che secondo la definizione delle autorità locali sono in grado di riempire, o svuotare, una piscina olimpica in meno di cinque secondi. Molte delle abitazioni distrutte da Katrina sono state ricostruite con criteri diversi.

 La Fema, ovvero la Protezione civile Usa, finita nel 2005 con altre agenzie federali sotto accusa per la tragica gestione di Katrina, questa volta ha preparato con cura meticolosa piani dettagliati di evacuazione, che al momento non è stato ancora necessario mettere in atto, e ha fatto persino ricorso ai social-network per informare i residenti delle zone a rischio, usando anche twitter. Anche le forze di sicurezza sono state rafforzate. La polizia pattuglia la città in forze, con l'aiuto di reparti della Guardia Nazionale, per aiutare chi dovesse averne bisogno e per prevenire eventuali furti e saccheggi del 'day after'. La popolazione ha dal canto suo imparato a costruire argini intorno alle proprie case e a sbarrare porte e finestre, con assi e pannelli di legno, e a tenere sempre aggiornato un 'kit di emergenza', che contiene cibo, acqua, pile elettriche, coperte, radio. Ma anche birra e liquori, perché, comunque vada, le ore da trascorrere in attesa che Isaac passi saranno lunghe, e c'é il rischio che, in mancanza di corrente elettrica, la televisione sarà fuori uso.

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