Nel complicato gioco delle parti di questa vigilia elettorale, difficile dire dove ha sbagliato Nello Musumeci, candidato proprio da Gianfranco Miccichè con una mossa a sorpresa che aveva sparigliato le carte; o se la scelta di puntare sul politico fosse finalizzata a disorientare, scompaginare il fronte nel tentativo di piegare gli avversari e in caso contrario giustificare il gran ritorno. Fatto sta che il progredire delle trattative tra quelli che erano stati alleati e, dopo alterne e laceranti vicende, sarebbero dovuti tornare a esserlo, è stato accompagnato da ipocrisie, contraddizioni, diffidenza e litigiosità incompatibili tra chi intende condividere un destino o perlomeno un obiettivo.
Musumeci a difendere la generosa apertura al Pdl con la necessità di potenziare la coalizione, salvo a considerarsi sempre oppositore dello stesso Pdl al Comune di Catania; Micciché a incalzarlo e ricordargli la matrice dell’investitura.