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L'amore di Malick
tra sacro e profano

'La sottile linea rossa', tanto per
usare un titolo del regista filosofo Terrence Malick, che divide
la poesia dalla retorica, come si sa, è più che mai fragile.
Ora, per molti, questa linea in 'To The Wonder', film dedicato
all'amore dal regista dell'Illinois e in concorso alla Mostra di
Venezia, è stata oltrepassata e così stamani al Lido nella
sala Darsena strapiena insieme agli applausi sono piovuti i
fischi. Una cosa davvero inedita per un film del regista che ha
tradotto in americano Heidegger ed è considerato un mito
intoccabile del cinema mondiale.
Buttare tutto di questo film sarebbe però sbagliato e
ingiusto. Perché parlare del rapporto stretto che c'é tra
l'amore sacro, quello per Dio, e l'amore profano, incostante e
fragile, non è certo facile. E così frasi che potrebbero avere
una reale forza e verità nella realtà, come "Con il tuo amore
mi hai tolto dalle tenebre" o "l'amore ci rende uno", possono
diventare oggetto di divertimento specie se, come è nello stile
di Malick, sono dette da una voce 'off'.
La storia è comunque incentrata sulle vicende di Neil (Ben
Affleck), aspirante scrittore, un uomo silenzioso diviso tra
l'amore di Marina (Olga Kurylenko), conosciuta in Francia e che
poi si trasferisce con lui in America, e quello di Jane (Rachel
McAdams), sua vecchia fiamma mai davvero dimenticata.
Ma vero personaggio chiave del film è il prete cattolico
Quintana (Javier Bardem), perso tra i dubbi della fede e alla
ricerca di un Dio che si nasconde. "Per quanto ancora ti
nasconderai? - dice un credibilissimo Bardem in saio rivolto a
Dio -. Perché mi costringi a fingere sentimenti che non ho da
tempo?". E ancora il sacerdote, rivolto in preghiera a Dio:
"Perché mi volti le spalle? Perche tutto questo fracasso nel
mondo?". E questo mentre scorrono immagini di dolore degli
abitanti della comunità di Bartlesville (Oklahoma) dove è
stato girato in parte il film e dove ha vissuto anche il
regista.
Ma quello che probabilmente non è piaciuto di questo film,
che uscirà in Italia distribuito da 01, è l'ostentata retorica
di alcune immagini troppo ripetute (Marina quasi in ogni
sequenza balla con fare innamorato) e, soprattutto, a scatenare
il dissenso in sala è stato il breve monologo di Anna (Romina
Mondello) che invita la Kurylenko a una vita più zingaresca nel
segno di "guarda come sono fatta io, che sono l'esperimento di
me stessa". Questa affermazione, pronunciata quasi alla fine di
To The Wonder, è stato un po' il giro di boa per chi era nel
guado, indeciso se bocciare il film o salvarlo comunque. Di
fatto questa espressione ha suscitato in sala più di una
risata.
Frase chiave del film quella che dice sempre la voce fuori
campo, distinguendo l'amore sacro da quello profano, "il primo
é come una sorgente che sgorga interrottamente, quello umano un
ruscello che a volte si può interrompere". (ANSA).

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