L'amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, non venderà titoli del social network per almeno 12 mesi. Lo comunica Facebook. L'annuncio rassicura il mercato e i titoli del social network salgono del 2,9% nelle contrattazioni after hour.(ANSA)
La decisione arriva dopo una attenta analisi di ciò che è accaduto nei giorni scorsi.Facebook affonda in Borsa e scende sotto i 18 dollari per azione, ovvero 20 dollari in meno rispetto al prezzo fissato dall'ipo. In 90 giorni di scambi il valore di mercato di Facebook è calato di 50 miliardi di dollari, più di quanto bruciato in termini di capitalizzazione di borsa da Lehman Brothers nell'intero anno che ha preceduto la bancarotta. La corsa al ribasso di Facebook si contrappone a quella al rialzo di Apple, che vale 624 miliardi di dollari, più di tutte le società quotate di Portogallo, Grecia, Irlanda e Spagna insieme. La flessione dei prezzi di Facebook "non sta creando problemi per gli investitori, ma sta creando dubbi anche all'interno della società sulla sua capacità di mantenere e attrarre ingegneri talenti, che sono la linfa vitale di ogni società tecnologia" afferma il New York Times, sottolineando che la colpa della "debacle" dell'ipo di Facebook è del chief financial officer David Ebersman che, pur non essendo conosciuto come l'amministratore delegato Mark Zuckerberg o come il chief operationg officer Sheryl Sandberg, è "l'uomo dietro" lo sbarco in Borsa di Facebook. Ebersman è colui che ha autorizzato un prezzo di 38 dollari per azione dopo la società aveva inizialmente identificato una forchetta fra i 29 e i 34 dollari per azione. E che ha deciso di mettere sul mercato 25 milioni di azioni in più nei giorni finali che hanno preceduto la quotazioni. Esberman avrebbe dovuto - mette in evidenza il New York Times - valutare meglio quanto accaduto con LinkedIn, il cui prezzo è salito del 110% nel primo giorno di contrattazioni. "Questo sembrerebbe positivo ma significa che il prezzo delle azioni è stato determinato così male che ha concesso agli investitori quasi 350 milioni di dollari". "Sia Facebook sia LinkedIn dovrebbero essere considerate un fallimento, sono esempi estremi di quello che può succedere al rialzo o al ribasso. Ma non c'é alcun dubbio che gli investitori preferirebbero un'altra LinkedIn piuttosto che un'altra Facebook". (ANSA).