Il ministero degli Esteri iraniano ha annunciato "un'appropriata risposta" alla decisione del Canada di chiudere la propria ambasciata a Teheran e di espellere i diplomatici iraniani dal paese resa nota ieri in reazione alla politica nucleare, filosiriana e antisemita della Repubblica islamica. Lo riferisce l'agenzia iraniana Isna sottolineando come il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehmanparast, abbia definito "inspiegabile" la decisione canese che punta comunque a "mettere in ombra la vittoria diplomatica ottenuta dall'Iran al vertice del Nam", il summit del Movimento dei paesi non allineati svoltosi alla fine del mese scorso nella capitale iraniana. Il vertice, ha sostenuto Mehmanparast, è stato un successo nonostante le pressioni esercitate da Usa, Israele e Canada su paesi del Movimento affinché boicottassero il summit per dimostrare ché Iran è isolato: ora questi avversari della repubblica islamica sono "arrabbiati" e incapaci di accettare la sconfitta in una battaglia completamente diplomatica. In un comunicato del dicastero, il portavoce ha sostenuto che "l'atteggiamento ostile del governo razzista del Canada persegue invero le politiche dettate dal regime sionista" di Israele "e dal Regno Unito", fra l'altro colpendo società iraniane, chiudendo la sezione visti dell'ambasciata a Teheran e bloccando conti bancari e trasferimenti di denaro a studenti. La Ue deciderà su nuove sanzioni contro l'Iran a metà ottobre, nella riunione dei ministri degli esteri prevista a Lussemburgo. Lo riferiscono fonti Ue in margine all'informale esteri di Pafos. La necessità di rafforzare la pressione su Teheran per sbloccare il negoziato sul suo controverso programma nucleare è stata sollevata da diversi ministri, tra cui il britannico William Hague e il tedesco Guido Westerwelle. "Se ne parlerà al prossimo consiglio esteri di ottobre", hanno riferito le fonti.