La passione di Paul Klee per l'Italia, per i suoi paesaggi, la sua cultura, dalle avanguardie futuriste agli anni '30, e' al centro di una grande mostra che si svolgerà alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna dal 9 ottobre al 27 gennaio. Esposte circa cento opere del grande pittore tedesco e di numerosi maestri italiani e stranieri, tra cui figurano Kandinsky, Max Bill, Licini, Perilli, Soldati, Novelli, con cui Klee entrò in relazione o che subirono la sua influenza. Intitolata "Paul Klee e l'Italia", l'attesa rassegna si avvale dei prestiti di importanti musei internazionali nonché dei lavori custoditi alla stessa Gnam per raccontare un rapporto che si snoda lungo l'intero arco creativo del pittore, riproponendosi nelle varie fasi della sua biografia artistica, dagli inizi al periodo Bauhaus e agli ultimi anni solitari a Berna.
Nato in Svizzera, ma cittadino tedesco, Klee amava i paesi che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo, spesso meta di vacanze e di viaggi di studio. In Italia viene sei volte, a cominciare dal lungo soggiorno tra l'ottobre 1901 e il maggio 1902, una sorta di grand tour di formazione, nella tradizione di Goethe e Burckhard, i quali diventano le sue guide spirituali e numi tutelari. Roma, Napoli e Firenze sono le tappe principali di questo primo viaggio di apprendistato artistico, povero di risultati creativi, ma ricco di pensieri che saranno sviluppati negli anni successivi. Klee ritorna in Italia prima visitando la Sicilia nel 1924 e nel 1931, come in mostra testimonia 'Mazzarò', poi nel '26 e' all'isola d'Elba (ecco 'Costruzione portuale'), nel '30 a Viareggio e, infine, nel 1932 a Venezia. Durante questi viaggi visita anche Milano, Genova, Padova, Firenze, Ravenna, Pisa, l'amata Napoli e tutte le principali città siciliane. Ognuna di queste tappe gli ispira nuovi spunti di studio e persino, in alcuni casi, anche svolte stilistiche. Basti pensare alla fase pointilliste suggeritagli dalla visione dei mosaici bizantini di Ravenna ("Croci e colonne", 1931). E importante per il suo percorso creativo è l'incontro con il futurismo, che Klee apprezzava.
Elementi di quell'estetica, dalla centralità del tema architettonico al dinamismo delle forme, sono analizzati e rielaborati da Klee in funzione del proprio linguaggio astratto. A ricordarlo opere quali 'Astratto-guerresco' del 1914 e 'Composizione urbana con finestre gialle' del 1919. Nei quattro decenni di attività artistica, Klee ha dunque sviluppato quattro approcci differenti all'Italia, dalla fase di studio e formazione alle amate vacanze. La mostra della Gnam da conto anche della fortuna critica dell'artista in Italia, che prende il via soprattutto con la sua partecipazione alle Biennali di Venezia, dove espone capolavori come 'Superscacco' o 'Festa notturna'. A diffonderne la conoscenza su tutto il territorio nazionale, è stato però l'impegno di maestri quali Melotti, Licini, Novelli e critici come Argan, Ponente, Dorfles, che hanno supportato la vivace attività di gallerie a Milano, Torino, Bologna e la creazione di importanti nuclei collezionistici delle opere di Klee.
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