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40 indagati per
gli 11 morti nei
capannoni di Modena

terremoto medolla
Una quarantina di indagati per i crolli dei capannoni in cui, nel sisma del 29 maggio scorso, persero la vita 11 persone - nove operai, un imprenditore e un ingegnere - a Medolla, Mirandola, San Felice e Cavezzo, tutte località del Modenese. E' l'ultimo, importante, sviluppo dell'inchiesta sul terremoto reso noto oggi dal procuratore capo di Modena, Vito Zincani. Le ipotesi di reato considerate sono disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Gli indagati - che hanno ricevuto avvisi di garanzia come atti dovuti - sono i proprietari, i progettisti e gli esecutori dei lavori dei prefabbricati che non hanno retto al sisma. La Procura di Modena ha incaricato un consulente, Tomaso Trombetti, professore di ingegneria strutturale all'Università di Bologna, per fare luce sul cedimento dei quattro capannoni che non ressero alla scossa, facendo gli 11 morti. In particolare, Trombetti avrà novanta giorni di tempo per rispondere ai quesiti posti dai pm Maria Angela Sighicelli e Roberto Guerzoni a cui è affidato il fascicolo. La Procura vuole sapere se i prefabbricati crollati vennero costruiti in conformità al progetto; rispettando le norme vigenti; i criteri di buona tecnica civile e industriale; e le comuni regole di diligenza, perizia e prudenza. Il consulente potrebbe avvalersi della collaborazione di un sismologo. Gli indagati, a loro volta, potranno nominare un consulente di parte. "Speriamo di avere le prime risposte entro fine anno", ha detto Zincani. "Gli indagati sono molti - ha spiegato ancora - perché molte sono le figure che hanno a che fare, a vario titolo, con i capannoni: dai proprietari ai costruttori, dai progettisti ai collaudatori. Gli avvisi di garanzia sono atti dovuti, si tratta di un atto tecnico per garantire agli indagati di partecipare agli accertamenti". Parallelamente all'inchiesta modenese c'é quella della Procura di Ferrara, aperta subito dopo la prima scossa del 20 maggio, che uccise sotto le macerie quattro operai del turno di notte di tre aziende del Ferrarese. Da tempo a Ferrara sono 28 gli indagati, tra costruttori, titolari delle aziende e tecnici. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo. E' inoltre in corso dal luglio scorso una perizia tecnica che ha visto in queste settimane la concessione di una ulteriore proroga per altri 4 mesi, fino a dicembre, e che dovrà verificare gli aspetti tecnici dei crolli e i motivi del cedimento delle strutture nelle aziende Tecopress di Dosso, Ursa di Stellata e Ceramiche Sant'Agostino, dove appunto sono morti gli operai il 20 maggio, in seguito alla scossa delle 4.04 registrata nel Ferarrese. Peraltro domattina domani mattina alle audizioni fissate a Bondeno dalla commissione parlamentare sugli infortuni sul lavoro sono convocati sia il Procuratore reggente di Ferrara Nicola Proto, sia il procuratore di Modena Zincani. La commissione già oggi pomeriggio ha compiuto alcuni sopralluoghi nei capannoni crollati. (ANSA)

 

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