La disoccupazione colpisce soprattutto i giovani sotto i 34 anni. E' quanto emerge dal Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro 2011-2012. "Cambia la struttura del mercato del lavoro per eta', a tutto svantaggio dei piu' giovani", si legge nel rapporto, "rispetto al 2008 si sono persi oltre un milione di occupati di eta' inferiore ai 34 anni, solo parzialmente compensati dalla crescita dell'occupazione di eta' superiore".
Il mercato del lavoro non ha ancora risentito, se non in misura marginale della nuova recessione. Lo sottolinea il Cnel nel 'Rapporto sul mercato del lavoro 2011-2012'. "I risultati recenti, se rapportati all'evoluzione del quadro macroeconomico complessivo, non sono quindi cosi' sfavorevoli, considerando che fino a inizio 2012 le ore lavorate si sono ridotte con gradualita' mentre l'occupazione addirittura non e' mai scesa", spiega il Cnel. Nel rapporto emerge inoltre che tra gli occupati crescono le donne mentre quelli maschili sono stagnanti. A fronte di tale dato, l'Italia pur essendo indietro nel processo di femminilizzazione del mercato del lavoro, registra un "aumento della partecipazione femminile" che "si protrarra' nei prossimi anni, secondo una tendenza destinata ad accrescere i servizi sostituti dell'attivita' domestica: aumentera' la domanda di pasti fuori casa, altre attivita' di servizio e la richiesta di collaboratrici domestiche".
Altra caratteristica del mercato del lavoro italiano riguarda "la crescita nel 2011 dei lavoratori dipendenti con un contratto a termine", mentre si riduce "l'occupazione autonoma". In questo caso, "la contrazione ha riguardato soprattutto gli imprenditori e i lavoratori in proprio, ovvero coloro che hanno risentito in prima persona delle difficolta' delle imprese, soprattutto le piu' piccole". In aumento, inoltre, "la quota di lavoratori a tempo parziale involontari, ovvero coloro che lavorano part time perche' non hanno trovato un lavoro a tempo pieno".
L'andamento dell'occupazione e', infine, piu' favorevole per la componente dei lavoratori stranieri. Nonostante la crisi dei settori dell'industria e delle costruzioni abbia ridotto la domanda di qualifiche operaie, gli immigrati stanno beneficiando della loro presenza in settori a domanda ancora crescente, come nel caso dei servizi alle famiglie.
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