Troppo elegante? Mai temere di esserlo! Da Gucci sfila una nuova dinastia estetica, per le aristo-chic del terzo millennio, quelle che dovrebbero riuscire a prendere il posto delle sempre (troppo) citate signore da jet set del secolo scorso, le Marella Agnelli e Jackie Onassis per intenderci.
C'é bisogno di nuove icone, fatevi avanti se avete grande allure, un gusto pulito e preciso, una nobiltà di portamento che rasenti l'alterigia: per voi è pronta una collezione Gucci (molto cocktail e sera) all'insegna del purismo aristocratico, ma un po' tra fine Anni 60 e inizio Anni 70. Sofisticatissima, non c'é che dire, questa nuova donna firmata da Frida Giannini: quante ce ne saranno in giro che potranno vestirsi così?
La bionda signora che dirige lo stile Gucci non se ne fa un problema, sa bene che il lusso vive anche nei periodi di crisi e che, soprattutto in queste fasi difficili, dove i risultati economici sono più faticosi, "bisogna - spiega - proporre il sogno". Eccolo dunque, monocromatico e affusolato, lo stile 'aristografico' (non è un errore di battitura) che si ispira alle foto storiche di Gian Paolo Barbieri e Richard Avedon, strizzando l'occhio al Valentino di un tempo, quello delle signore pettinate con chignon perfetto, tunica-camicia dalle maniche a calice sulla linearità dei pantaloni, bluse a collo alto, volants multistrato che costruiscono spirali sulle braccia o si inerpicano sui tubini di crepe. Abiti corti o super lunghi, apparentemente severi ma con la sorpresa di spacchi profondi e di schiene nude sapientemente incorniciate.
Ritorna anche la borsa a tracollina, con il morsetto equestre, tanto chic sui completi pantaloni che riecheggiano il pigiama-palazzo ma sono in due pezzi, più easy. Corallo o rosso geranio, verde lime o blu elettrico, la parola d'orine è vestirsi di un solo colore, assoluto, deciso, anche total black o total white, a meno che non si tratti di stampe, una fantasia di anemoni stilizzati sui diversi toni di rosa e un print effetto serpente in fibra di carta o in seta e lamé. Su tanta linearità di tuniche, bluse affilate e pantaloni morbidi ma precisi (niente svasatura a zampa, solo un vaghissimo cenno), spiccano importanti bijoux e ricami-gioiello, incrostazioni di corallo o addensamenti scintillanti di resina e micro-ventagli.
Gli accessori sono volutamente a contrasto con l'eleganza degli abiti: un 'fetish gioioso' (così lo chiama Frida), quello dei sandali a gabbia in vernice, con la cavigliera decorata dal morsetto. La sfilata è accompagnata da una musica elettronica molto contemporanea dove si riesce a distinguere qualcosa che ci riporta indietro, alle note di The Great Gig in the Sky, brano del famoso lp dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon del 1973, proprio l'epoca citata dalla nuova moda Gucci. Alla ricerca di nuove icone, dicevamo: ecco in prima fila Charlotte Casiraghi con un tailleur pantalone di taglio Anni 70, in denim stone-washed e camicia di seta a righe (tutto della collezione Cruise di Gucci) giovanile e perfetta come testimonial del marchio con cui sta continuando a collaborare.