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L'Ue al lavoro
per un esercito comune

"Al di là dei consolidati rapporti transatlantici, occorre lavorare per una vera politica di difesa europea, che guardi alla capacità militare integrata". Lo afferma il ministro degli Esteri Giulio Terzi in un'intervista alla Stampa, in cui parla del documento comune approvato lunedì scorso a Varsavia dai ministri degli Esteri dei paesi fondatori dell'Europa insieme a Spagna, Portogallo, Austria,Polonia e Danimarca.

"Il nostro scopo principale è portare le pubbliche opinioni, i cittadini, verso l'Europa, e contribuire ad accelerare il percorso di emendamento del Trattato di Lisbona", spiega Terzi. "In queste ore, il documento sta circolando nel Parlamento europeo. Si parte da lì per costruire il consensò.

Un "punto essenziale" del documento, siglato anche dalla Germania, è la "mutualizzazione dei rischi sovrani". "E' un principio di solidarietà - sottolinea Terzi - perché occorre che il rilancio dell'Europa avvenga avendo al centro i valori identitari, non solo gli interessi algebrici e rispettivi".

"Il cuore del documento - prosegue il ministro - resta la direzione generale, che riflette l'idea che Giorgio Napolitano ha offerto dell'Europa: una nuova forma di federalismo, una 'poliarchia funzionale'. E la necessità che le forze politiche, a cominciare da quelle italiane, si europeizzino portando l'Europa al centro del loro dibattito politico".
In merito alla tempistica, "abbiamo varato Six pack e Fiscal compact in poche settimane. Per la politica estera e di difesa ci vorranno più di 2 o 3 mesi, e sono comunque tempi troppo lunghi. Alle porte - conclude Terzi - abbiamo le primavere arabe, il consolidamento della Libia. La realtà non aspetta".

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