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Maometto "nudo"
nelle vignette

La redazione di Charlie Hebdo "ha ricevuto in queste ultime ore minacce e intimidazioni". "Ma non ci piegheremo": lo ha detto una delle redattrici del settimanale, Zineb El Rhazoui, intervistata dall'ANSA nella sede del giornale.

Maometto vestito solo con il turbante e sul letto a pancia in giù che pronuncia la celebre battuta di Brigitte Bardot rivolta al regista ne 'Il disprezzo' di Jean-Luc Godard: "et mes fesses? Tu les aimes, mes fesses?" ("e il mio sedere? Ti piace il mio sedere?". E' soltanto una delle vignette al vetriolo pubblicate oggi da Charlie Hebdo, settimanale emblema del politicamente scorretto in Francia.

Le vignette più dure sono tutte ispirate alla vicenda del film anti-islam che ha provocato disordini in molti paesi.

Un'altra caricatura vede sempre il profeta nudo e a quattro zampe con una stella gialla sul didietro: "Maometto: è nata una stella!". Un'altra vignetta 'ose'' vede la caricatura della copertina di Closer, il settimanale di gossip che ha diffuso le foto di Kate Middleton in topless, ma in questo caso a mostrare il seno è una "Madame Mahomet", con tanto di barba e di conseguenti "rivolte nei paesi arabi".

Fra le altre vignette, quella che ritrae un adolescente descritto come "problematico" che "non beve, non fuma, non si droga e non scopa" ma per il quale la madre si dispera così: "Mio figlio è salafita!". Infine, "Film scandalo, l'attore che interpretava Maometto finalmente smascherato", con l'immagine di papa Ratzinger che si toglie la barba finta.

Charlie Hebdo, che qualcuno bolla come razzista altri come trash, ma che suscita da sempre forti reazioni con le sue provocazioni, sfugge ad ogni paragone. Il suo obiettivo è sempre stato il "politicamente scorretto" ad ogni costo, con un linguaggio più pesante che allusivo e vignette-scandalo. In luglio, la testata ha festeggiato con un numero straordinario i 20 anni dalla sua rinascita nel 1992, 11 anni dopo la chiusura.

"Ad ogni anno che passa - si leggeva nella quarta di copertina di quel numero - Charlie si stupisce di essere ancora vivo.
Assalito da processi, minacciato, pestato, offeso e anche incendiato, 20 anni dopo Charlie c'é ancorà". Il giornale uscì in edicola per la prima volta nel 1970, ispirato a Charlie Brown e sulle ceneri di 'Hara Kiri Hebdo', censurato dopo la clamorosa prima pagina il giorno dopo la morte del generale De Gaulle: "ballo tragico a Colombey, un morto".

Il giornale ha un successo straordinario che dura per qualche anno, fin quando le cause in tribunale non gli rendono la vita impossibile. Abbandonato da molti lettori, chiude nel 1981 dopo 580 numeri. Ricompare nelle edicole 11 anni dopo con ispirazione libertaria e populista, e più volte si scontra con le gerarchie religiose, non soltanto quella musulmana. Le prime caricature di Maometto risalgono al febbraio 2006, 400.000 copie vendute e un attentato di matrice islamica. A fine 2011, la redazione viene completamente distrutta da un incendio doloso e il sito del giornale piratato dopo un numero speciale denominato 'Sharia Hebdo'. Temporaneamente, la redazione si trasferisce nei locali del quotidiano Liberation, per poi migrare in nuovi locali dove i giornalisti stanno preparando il numero straordinario per il ventennale annunciato per ottobre.
Charlie Hebdo ha una tiratura media settimanale di 100.000 copie, con 15.000 abbonati.

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