Il Profeta nudo come Brigitte Bardot: la provocazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo scatena reazioni in tutto il mondo nel pieno della bufera per il film anti-islam. La Francia teme per l'incolumità delle sue scuole e ambasciate in una ventina di paesi islamici e le terrà chiuse fra domani e venerdì. Vietata a Parigi anche una manifestazione contro il film incriminato.
I redattori della testata più politicamente scorretta di Francia sono asserragliati nel loro bunker del 20/o arrondissement di Parigi, ricordano il 2006 e il 2011, quando le loro provocazioni anti-islamiche finirono con disordini e un incendio che distrusse completamente la redazione. Per il momento, il sito internet e l'account Facebook sono stati piratati e messi fuori uso, ma questo non ha impedito che sul web impazzasse per tutto il giorno una vera bufera di insulti da una parte e dall'altra. Il governo è imbarazzato, il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha fatto l'equilibrista ricordando che la Francia è un paese "laico" dove vige la "libertà di espressione" ma ammettendo che qualcuno "può sentirsi ferito" dalle vignette.
La strada che il premier consiglia è quella dei tribunali, e infatti Charlie Hebdo è stato già denunciato "per incitamento all'odio". Ma l'incendio si propaga a macchia d'olio, e già alcune proteste sono arrivate dalla Libia e dalla Tunisia. "Queste cose devono finire", ha tuonato il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby, bollando come "provocatorie e odiose" le caricature sul Profeta in una nota in cui pure fa appello "alla calma". Mentre secondo Ahmed al Tayyeb, gran imam di al Azhar al Cairo, il più importante centro teologico del mondo sunnita, la pubblicazione delle vignette rientra fra quelle iniziative "sciocche" che "alimentano l'odio sotto la copertura della libertà" di espressione.
Anche la Casa Bianca ha preso le distanze dalla scelta del giornale di esercitare proprio in questo momento il suo pur sacrosanto diritto di espressione. Del quale, come ha ricordato il ministro dell'Interno Manuel Valls, fa parte il diritto di "satira". Fa effetto la vignetta principale, quella del profeta nudo, steso sul letto, che ripete la battuta cult di Brigitte Bardot al regista che la inquadra nel film 'Il disprezzo': "E il sedere? Ti piace il mio sedere?". Troppo per considerare l'operazione come una semplice provocazione, dopo settimane con decine di morti per le proteste in vari paesi islamici e gli assalti alle ambasciate americane. Sabato scorso, una manifestazione a Parigi di presunti seguaci di salafiti è stata impedita dalla polizia, che ha effettuato un centinaio di fermi. Il ministero dell'Interno sta prendendo in considerazione da oggi diversi scenari per la giornata di sabato, considerata la più delicata nella capitale per eventuali proteste e violenze.
Charlie Hebdo fa sapere di non volersi piegare a nessun costo, ed ha preso atto con soddisfazione che già nelle prime ore del mattino il numero del settimanale era andato esaurito nelle edicole. La direzione ha annunciato una ristampa che sarà in vendita venerdì, una scelta che soffia ancora sul fuoco di una tensione che troverà i suoi punti caldi nelle banlieue e nei quartieri delle città dove più alta è la partecipazione alla preghiera del venerdì.
La Francia, per una volta, pensava di rimanere fuori dall'incendio delle proteste musulmane. "Non lasciamo entrare nel nostro paese conflitti che nulla hanno a che vedere con la Francia", ha detto Ayrault per spiegare il suo divieto alla manifestazione contro il film anti-islam. Ci ha pensato Charlie Hebdo, erede di quel Hara-Kiri Hebdo che fu chiuso per aver sbeffeggiato persino la morte del generale de Gaulle, a lanciare i francesi nella mischia.