Un ministro del governo pachistano ha offerto una ricompensa di 100 mila dollari per chi ucciderà l'autore del contestato film anti-Islam che ha scatenato la collera del mondo musulmano. Lo riferiscono i media pachistani.
Parlando con i giornalisti, Ghulam Ahmed Bilour, che guida il dicastero delle Ferrovie, ha rivolto un appello "alle persone benestanti" perché mettano a disposizione "denaro e oro" per colui che vendicherà con il sangue la pellicola blasfema realizzata da un cristiano copto. Bilour appartiene a un partito regionale ed è al centro di molte polemiche per la gestione delle disastrate Ferrovie pachistane. Intanto oggi sono continuate le proteste dei gruppi religiosi islamici a Islamabad e Lahore, ma per ora non si registrano violenze. La polizia ha inoltre arrestato oggi oltre 130 persone responsabili dei disordini di ieri che hanno provocato 26 morti e oltre 200 feriti.
Si è conclusa con un bilancio di 26 morti e 200 feriti in Pakistan la "Giornata dell'ira", contro il video considerato blasfemo 'The Innocence of Muslim' e contro gli Stati Uniti, che ha sconvolto almeno quattro città: Karachi, Peshawar, Islamabad e Lahore. Lo riferiscono sabato i media pachistani. Il governo di Islamabad, per cercare di assorbire le proteste, aveva proclamato quella di oggi giornata di "devozione al Profeta" ('Youm-e-Ishq-e-Rasool'). Ma ciò non é bastato a contenere la furia di alcune piazze, nelle quali il sangue alla fine è scorso a fiumi. Come era prevedibile, la furia si è scatenata soprattutto a Karachi, la città portuale nel sud del paese, dove centinaia di persone si sono scontrate con la polizia a Native Jetty Bridge cercando, senza riuscirvi, di raggiungere il consolato americano. Il bilancio dei disordini qui è stato di 20 morti (fra cui tre agenti di polizia), 103 feriti e 100 arresti, oltre a gravi danni a sei cinema, cinque banche, lo Sheraton Hotel, vari fast food ed esercizi commerciali. Fuori controllo anche la situazione a Peshawar, capoluogo della provincia nord-occidentale di Khyber Pakhtunkhwa, dove i morti sono stati 6 ed i feriti 65, con la polizia impotente di fronte a decine di migliaia di persone che hanno invaso il centro, e che si è limitata a difendere la 'zona rossa' dove si trova il consolato americano. Gravi anche gli incidenti a Islamabad, dove scontri si sono avuti davanti al Serena Hotel e dove i dimostranti hanno tentato inutilmente di attaccare il quartiere diplomatico, protetto da un ingente dispositivo di sicurezza. Non vi sono state vittime nella capitale (solo 40 feriti), come non vi sono state neppure a Lahore, la capitale culturale pachistana, dove un corteo ha cercato di raggiungere il locale consolato statunitense, sfogando alla fine la propria rabbia contro la residenza del governatore.