Perfezionista, irascibile, ricercatore della semplicità e dell'efficienza, esigente, tiranno. Figlio adottivo, aveva rapporti difficili con le donne - era 'semi-sano' solo con la moglie - collezionava girocollo nero e scarpe da ginnastica di una marca particolare.
Era buddista e figlio di quella controcultura american 'lisergica' di fine anni Sessanta. Oramai di Steve Jobs, morto un anno fa, il 5 ottobre 2011 a 56 anni, si conosce praticamente tutto grazie anche alla biografia best-seller scritta da Walter Isaacson su richiesta dello stesso fondatore della Apple. E soprattutto rimarrà impresso nei libri di storia perché era un genio visionario che ha cambiato per sempre la tecnologia e il modo di fruirla.
La sua carriera incomincia nel 1974, a soli 19 anni. Lavora all'Atari con Steve Wozniak che poi diventa il suo sodale in Apple, la cui avventura inizia come da tradizione informatica in un garage. I due ottengono un finanziamento di 250 mila dollari da un industriale e iniziano a lavorare al primo computer, l'Apple I, che vede la luce il primo aprile del '77. Nel 1980 la societa' si quota in Borsa e il vero successo arriva nel 1984: il 24 gennaio viene lanciato il Macintosh, è una vera rivoluzione per la tecnologia e per il design (l'apparecchio è tuttora esposto al MoMa di New York). Poi la magia si rompe e Jobs va via per creare la Next e la Pixar.
"Farmi licenziare dalla Apple è la cosa migliore che potesse succedermi.
Mi ha dato la libertà di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita", disse poi di quella parentesi. Ritornerà alla Apple nel '96 e sfornera' un successo dopo l'altro (ma anche qualche flop) proprio in coincidenza della sua maturità e dell'avanzare di quel male subdolo che lo ha consumato. Inventa l'iMac, un fortunatissimo modello di personal computer 'all-in-one', e si lancia nel settore della musica digitale con l'iPod e iTunes mentre tutto il mondo dell'audiovisivo è in lotta con la pirateria. Poi arriva l'iPhone nel 2007 e l'iPad nel 2010.
I profitti dell'azienda sono alle stelle anche grazie al suo carisma. 'Think different', era il 'claim' di spot Apple che ha fatto storia negli anni '90. Il suo intento era di migliorare lo spazio che c'é tra la persona e la tecnologia, mischiava mondo digitale e cultura, e non a caso aveva definito i computer "la bicicletta della mente". "Voglio costruire un prodotto per me stesso, un prodotto che risponda ad un'esigenza e che al contempo sia piacevole da usare", questa era la sua filosofia diventata poi un modello per un'intera categoria di dispositivi. Steve Jobs era insomma un innovatore caparbio e appassionato, "siate affamati, siate folli", è l'insegnamento che ha lasciato. E' insomma un personaggio della nostra storia che qualcuno ha paragonato a Leonardo Da Vinci, e una leggenda, come Elvis Presley o i Beatles. Che ha lasciato in eredità imprese straordinarie, un iTeam alla Apple e forse un cassetto pieno di nuove invenzioni.
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