Se Domenico Dolce e Stefano Gabbana prima di cominciare vi dicono che la collezione si chiama "Mare, Sole, Amore" e che non ne avevano mai fatta una così colorata, voi cosa vi immaginate? Sì proprio quello: una sfilata tanto allegra e divertente da far dimenticare problemi pubblici e privati.
"Perché in Italia - dicono i due stilisti - talvolta ci sembra di non avere niente e invece abbiamo molto". Modugno canta "Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso..." mentre sfilano ottantasei giovani vestite per una bella e calda estate italiana, con tutta la fantasia che si può rubare alla tradizione siciliana, con uno spirito naif che rende l'insieme più giusto e più bello. I pupi dei teatrini e i piatti di ceramica impressi sulla seta, sui foulard delle ragazze, sulle righe che ricordano le sdraio da spiaggia.
Le teste di Caltagirone che diventano orecchini, i dettagli dei carretti siciliani che finiscono sotto i piedi, trasformati nelle alte zeppe. E poi tanta rafia, stampata o ricamata con sontuosi coralli per tubini, spolverini e tailleur, oppure lavorata all'uncinetto per i sandaletti multicolori. Le giacche con maniche corte e larghe quasi a chimono, le ampie gonne strette in vita e gli abiti leggermente impero: è design studiatissimo, ma immerso nell'abbondanza del decoro artigianale, nella dovizia delle lavorazioni che il nostro paese sa offrire. "La forza che abbiamo noi italiani è insuperabile, e spesso non lo sappiamo" dicono Domenico e Stefano. Quest'estate, nel porto di Salina, hanno trovato uno che faceva i cesti di vimini per l'uva e i fichi: gli hanno fatto fare i bustini e le gonne a panier per la sfilata, ma anche i plateau di midollino per le calzature. "Dovunque andiamo, scopriamo artigianato di qualità, e non è vecchiume, anzi. A Salina tre ragazze nel loro negozio lavoravano benissimo la rafia, ci hanno chiesto di fare qualcosa per noi perché hanno tanto tempo durante l'inverno". Il rischio è che queste tradizioni non siano più valorizzate: "Ormai, dovunque vai, anche a Capri, vedi strade tutte uguali con l'infilata dei negozi dei grandi marchi, anche il nostro. Bisognerebbe chiudere le boutique delle griffe, incominciando dalla nostra, e riaprire quelle dei locali. Intanto, per quanto ci riguarda, abbiamo deciso di fare negozi tutti diversi, incominciando da quello di corso Venezia a Milano, che abbiamo concepito come una casa, e andremo avanti così, senza omologare niente".
Dolce&Gabbana è una realtà che, nonostante le dimensioni (circa 1,2 miliardi di fatturato e 3400 dipendenti) non ha paura di sbagliare, di esagerare, di non acchiappare il filone giusto: "Noi ormai vogliamo percorrere la nostra strada - spiegano i due stilisti - non ci interessa essere trendy né creare tendenze, non abbiamo più quel tipo di motivazione. Del resto, quando si crea con questa ossessione si sbaglia, quando si lavora su quello che piace si ha successo". Ed ecco allora una nuova riscoperta delle isola ("non ti capita che ti reinnamori di tuo marito? E' così il nostro rapporto con la Sicilia") che li ha portati l'estate scorsa prima a Taormina per la loro nuova alta moda, ma anche per la campagna pubblicitaria, e poi in vacanza, nell'azzurro del mare intorno alla Sicilia.
"Nel blu dipinto di blu" canta adesso la voce di Modugno mentre l'esercito delle ragazze arriva in passerella per il grande finale, in costume da bagno di cotone stampato, di allure un po' anni 50, a pagliaccetto, a vestitino. C'é ironia e serietà, divertimento e come sempre anche una bella dose di orgoglio nazionale. E gli applausi scattano sinceri.
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