Tre nuovi comuni e parecchie associazioni antiracket che vogliono essere parte civile, le prime schermaglie tra accusa e difesa, il solito ritardo per il trasferimento dei detenuti che ha fatto slittare l’inizio dell’udienza almeno di un paio d’ore. La prima giornata del processo scaturito dalle operazioni antimafia “Gotha” e “Pozzo 2”, l’indagine della Dia e dei carabinieri del Ros coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che ha inflitto un durissimo colpo alla famiglia mafiosa barcellonese, s’è consumata
ieri mattina davanti alla corte d’assise presieduta dal giudice Nunzio Trovato, e dopo una mattinata un po’ ad alta tensione proprio per la mancata traduzione dei detenuti in
tempi ragionevoli, tutto è stato aggiornato al 10 ottobre prossimo. Da metà novembre poi, quando si entrerà nel vivo, il presidente Trovato ha anticipato che si andrà
all’aula bunker del carcere di Gazzi, che è stata ristrutturata, ma soprattutto potrà finire la storia dei trasferimenti ritardatari dei detenuti. Anche se tra videoconferenze di pentiti e soggetti sottoposti al carcere duro gli imputati sempre presenti in aula si conteranno sulle dita di una mano.
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