Lo scirocco che arde con temeprature sopra i 30 gradi brucia la Sicilia. Divampano ormai da tre giorni i fronti che tra il Palermitano e il Messinese stanno devastando aree boschive e terreni coltivati e minacciano i centri abitati di Montagnareale e Tusa. Le situazioni più critiche a Cefalù (Palermo) e a Tusa (Messina).
Qui le fiamme avanzano su una linea di oltre 6 chilometri e ieri sono state evacuate diverse abitazioni. Nella nottata il fuoco, che sembrava sotto controllo, ha ripreso vigore. A Cefalu' sono gia' andati in cenere 1.500 ettari di boschi, e dall'alba sono tornati in azione i mezzi aerei. Il focolaio partito due giorni fa da Isnello, si era esteso a Castelbuono e da qui ha raggiunto Cefalu' percorrendo le zone boschive. Un incendio di "chioma", nel quale il fuoco percorre le cime degli alberi estendendosi con grande rapidita'. Diverse persone sono state evacuate nelle contrade Ferla e Carbonara di Cefalu', e ci sarebbero danni ad alcuni edifici. Sempre nel Palermitano, un altro fronte molto vasto sta divampando a Scillato. Ripresa del fronte anche a San Mauro Castelverde, dove le fiamme divampate in un bosco naturale, erano state domate all'alba. Al momento stanno operando 7 elicotteri Sierra del corpo forestale e 4 Canadair. Atteso anche l'arrivo di 2 Fire Boss. Dalla notte scorsa un altro fronte si e' propagato sulle alture di Ucria (Messina), e impegna gli uomini del Corpo forestale e i mezzi aerei. Anche qui si sta predisponendo il dispositivo interfaccia, perche' alcune abitazioni sono minacciate dalle fiamme. In azione gli elicotteri Sierra e i Canadair della Protezione civile, ma e' stato richiesto anche l'intervento degli aerei Fire Boss.
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