"Una pacchia": così l'ha definita un ufficiale della Guardia di Finanza di Avellino che, dopo un anno di indagini, ha portato alla luce una mega truffa ai danni del Servizio sanitario Nazionale per oltre tre milioni di euro. Che qualcuno dovrà restituire, come nel caso dei centomila euro incassati da Immacolata Attanasio, la 46enne napoletana che anche stamani, come faceva ogni mese presso l'ufficio postale del quartiere di Forcella, è andata a ritirare i seicento euro dell'assegno di anzianità del padre, morto però sedici anni fa. Truffa aggravata ai danni del Ssn: della stessa accusa dovranno rispondere anche dieci medici di famiglia di Ariano Irpino (Avellino) che prescrivevano farmaci ad alto costo, prodotti dalla stessa casa farmaceutica, a persone decedute mentre gli investigatori stanno valutando la posizione di altri 335 professionisti che avrebbero prescritto indebitamente farmaci per oltre 570 milioni di euro. Tra questi, emergono due veri e propri recordman della ricetta: un medico di Ariano Irpino che, 93 volte su 100, prescriveva immancabilmente sempre lo stesso costoso farmaco della stessa casa farmaceutica e un suo collega di Monteforte Irpino (Avellino), che sfornava ricette in quantità industriale, superando stabilmente il 68 per cento della media nell'intera provincia di Avellino. Quasi trentamila le ricette, emesse tra il 2000 e il 2008, passate al setaccio dai militari delle Fiamme Gialle nel cui mirino investigativo sono finiti altri 146 medici di medicina generale che in otto anni hanno percepito da parte del Ssn la quota pro capite per assistiti che nel frattempo erano deceduti o si erano trasferiti in altre regioni e all'estero. Incrociando i dati dell'anagrafe tributaria con il database della Asl di Avellino, hanno scoperto che ai medici è stata corrisposta indebitamente l'indennità, che varia dai 59 ai 206 euro, per 6.052 pazienti, 849 dei quali sono risultati deceduti e 5.203 emigrati Sotto accusa sono finiti anche le strutture dirigenziali e i manager che si sono alternati negli anni alla Asl di Ariano Irpino e in quella di Avellino, le due aziende che a partire dal 2010 sono state poi accorpate, per non aver controllato e aggiornato i registri degli assistiti. Nei loro confronti, la Guardia di Finanza ipotizza la omessa vigilanza ed ha trasmesso alla Corte dei Conti, oltre che alla Asl di Avellino, oggi guidata dal direttore generale Sergio Florio, una dettagliata informativa per procedere al recupero degli oltre tre milioni di euro indebitamente erogati dal Servizio Sanitario Nazionale. (ANSA)
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