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Juve più timida
nel giardino d'Europa

di Pietro Mazzù

 

L’Europa è un po’ più grande e scomoda:  l’armata bianconera, pressoché invincibile nel giardino di casa della serie A, trova buche disseminate qua e là sulla prestigiosa autostrada della Champions.
 Il trappolone del “gitano” Lucescu per poco non mette il bavaglio a una Juve che, solo a tratti, appare arrogante e prorompente come spesso gli riesce contro le squadre nostrane. Il dubbio è legittimo: ma lo Shakhtar potrebbe vincere lo scudetto? 
Probabilmente sì e allora è davvero lecito chiedersi se è ancora il caso di pavoneggiarsi di fronte a un panorama continentale che ci ha relegati quasi nello scantinato dei valori tecnici? Il  pari  dei bianconeri è, tuttavia, roba da non disprezzare pur nel contesto di un girone che vede già Buffon e soci costretti a inseguire gli ucraini e il Chelsea. 
E’ ancora presto per recitare “de profundis” in salsa autolesionista, ma la sensazione che il baricentro del calcio europeo si sia allontano dai nostri confini è abbastanza netta. Per il momento alla Vecchia Signora è stato sufficiente respirare il clima dei grandi eventi, ma per girare film in multicolor occorre qualche effetto speciale in più.  
La banda di Conte (che ha ben altri problemi per la testa e la tricologia non c’entra) ha tempo ed entusiasmo per provare a scalare posizioni nel ranking e acquisire la credibilità dei tempi d’oro. Se basterà per far felici i suoi lo vedremo tra un paio di mesi. Altrimenti… c’è sempre uno Zeman che riesce a dipingerti con i colori dei fenomeni paranormali.

L’Europa è un po’ più grande e scomoda:  l’armata bianconera, pressoché invincibile nel giardino di casa della serie A, trova buche disseminate qua e là sulla prestigiosa autostrada della Champions.

 

 Il trappolone del “gitano” Lucescu per poco non mette il bavaglio a una Juve che, solo a tratti, appare arrogante e prorompente come spesso gli riesce contro le squadre nostrane. Il dubbio è legittimo: ma lo Shakhtar potrebbe vincere lo scudetto? 

Probabilmente sì e allora è davvero lecito chiedersi se è ancora il caso di pavoneggiarsi di fronte a un panorama continentale che ci ha relegati quasi nello scantinato dei valori tecnici? Il  pari  dei bianconeri è, tuttavia, roba da non disprezzare pur nel contesto di un girone che vede già Buffon e soci costretti a inseguire gli ucraini e il Chelsea. 

E’ ancora presto per recitare “de profundis” in salsa autolesionista, ma la sensazione che il baricentro del calcio europeo si sia allontano dai nostri confini è abbastanza netta. Per il momento alla Vecchia Signora è stato sufficiente respirare il clima dei grandi eventi, ma per girare film in multicolor occorre qualche effetto speciale in più.  

La banda di Conte (che ha ben altri problemi per la testa e la tricologia non c’entra) ha tempo ed entusiasmo per provare a scalare posizioni nel ranking e acquisire la credibilità dei tempi d’oro. Se basterà per far felici i suoi lo vedremo tra un paio di mesi. Altrimenti… c’è sempre uno Zeman che riesce a dipingerti con i colori dei fenomeni paranormali.

 

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