Giovedi il presidente dell’Autorità portuale incontrerà il sindaco Pino. È il primo passo concreto dopo l’invito che lo stesso De Simone aveva lanciato al Comune di Milazzo per una collaborazione finalizzata a portare avanti una progettualità comune per lo scalo mamertino. Il sindaco parteciperà alla riunione, convinto che occorre «dare fiducia a chi sin dall’insediamento ha proposto dialogo e concertazione». Ovviamente quello di Pino sarà un “sì condizionato e a termine”, nel senso che dopo dieci anni di inerzia e silenzi, si spera in un cambiamento di rotta. Non la pensa così invece il consiglio comunale che ha rinnovato – attraverso una nota del consigliere Pippo Doddo – l’invito al sindaco di attivare quanto deciso con una mozione dal consiglio comunale.
«Noi – ha affermato De Simone – vogliamo sviluppare il porto milazzese portando lì diverse compagnie di crociera che abbiamo navi non troppo grandi per poter arrivare in un porto più piccolo, però chiediamo la collaborazione di tutti. Noi dobbiamo programmare interventi e dobbiamo utilizzare dei fondi pubblici, quindi è importante capire cosa decide di fare l’amministrazione».
«Ritengo che anche per una forma di rispetto istituzionale occorra dare fiducia al neo presidente dell’Autorità portuale – ha detto il sindaco di Milazzo – e dopo ben dieci anni di silenzio accogliere con fiducia questo nuovo corso, l’apertura che ci è stata data e avviare un dialogo per ottenere quello che giustamente il porto di Milazzo necessita. Penso ad esempio alla questione del crocierismo sulla quale occorrerà muoversi in modo concreto».
È chiaro però che le promesse non bastano. Ci sono questioni – e il sindaco di Milazzo farà bene a metterle sulla bilancia – che l’Autorità portuale deve chiarire. Su tutti il dragaggio dei fondali (quasi sei milioni di euro) sospesi da tempo immemorabile per la necessità di rivedere le modalità di conferimento dei rifiuti a seguito del parere del ministero dell’Ambiente a seguito dell’introduzione del Sin Milazzo, ma anche il completamento delle banchine (14 milioni di euro), pure in stand by per una variante che è in corso di registrazione alla Corte dei Conti. Ma ci sono altre opere di importo minore che risultati appaltati e inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche dell’Autority ma che non vedono la luce. Ed ancora il pontile di Giammoro, opera strategica per le Acciaierie, ma anche, eventualmente per supportare logisticamente quell’impianto che sempre l’Autorità portuale intende realizzare in questo territorio, la Centrale a biomasse da parte di una società russa. Anche su questo argomento il sindaco di Milazzo ha inviato una lettera al presidente dell’Autorità portuale chiedendo dati certi sulla proposta e una relazione dettagliata e ribadendo che l’area idonea a tale scopo è sicuramente quella Asi e non Milazzo. Il sindaco ha anche detto “no” ad un possibile utilizzo dello scalo mamertino per le attività individuate nel progetto definitivo – alternativa ai siti di deposito del Ponte sullo Stretto di Messina. «Abbiamo già formalizzato il nostro parere sfavorevole alla utilizzazione del porto di Milazzo e di qualsiasi porzione del nostro territorio alle attività scaturenti dalls realizzazione del Ponte emersa qualche giorno addietro nel corso di una riunione tenutasi al ministero delle Infrastrutture. Il nostro porto è ubicato all’interno del centro storico cittadino e per la sua conformazione e sviluppo urbano, non risulta assolutamente transitabile alla tipologia dei mezzi e dei materiali trasportati nella fattispecie, che finirebbero col creare ulteriori disagi alla circolazione già congestionata dalle ordinarie attività portuali”. E nel ricordare che il “territorio comunale si trova in un’area ad alto rischio ambientale”, sottolinea come come “l’eventuale impatto acustico e soprattutto sulle componenti ambientali comporterebbe ripercussioni devastanti».
Su posizioni diverse invece – come detto – il consigliere Giuseppe Doddo. «La presa di posizione del Consiglio è stata chiara e motivata – spiega il consigliere – ed è scaturita da un atteggiamento dell’Autorità portuale che ha sempre tenuto in secondo piano il porto di Milazzo. In questi anni ci sono state solo penalizzazioni per lo scalo e di conseguenza per l’intera cittadina. Milazzo è un importantissimo porto, fonte assicurata di introiti per l’Autorità portuale e meriterebbe tutt’altra gestione. Tra l’altro l’uscita dall’Autorità portuale non determinerà come qualcuno sostiene, la fine degli interventi programmati in attesa di attuazione, quali la sistemazione della banchina e il dragaggio del porto in quanto si tratta di impegni già assunti».
Giovedi il presidente dell’Autorità portuale incontrerà il sindaco Pino. È il primo passo concreto dopo l’invito che lo stesso De Simone aveva lanciato al Comune di Milazzo per una collaborazione finalizzata a portare avanti una progettualità comune per lo scalo mamertino. Il sindaco parteciperà alla riunione, convinto che occorre «dare fiducia a chi sin dall’insediamento ha proposto dialogo e concertazione». Ovviamente quello di Pino sarà un “sì condizionato e a termine”, nel senso che dopo dieci anni di inerzia e silenzi, si spera in un cambiamento di rotta. Non la pensa così invece il consiglio comunale che ha rinnovato – attraverso una nota del consigliere Pippo Doddo – l’invito al sindaco di attivare quanto deciso con una mozione dal consiglio comunale. «Noi – ha affermato De Simone – vogliamo sviluppare il porto milazzese portando lì diverse compagnie di crociera che abbiamo navi non troppo grandi per poter arrivare in un porto più piccolo, però chiediamo la collaborazione di tutti. Noi dobbiamo programmare interventi e dobbiamo utilizzare dei fondi pubblici, quindi è importante capire cosa decide di fare l’amministrazione».«Ritengo che anche per una forma di rispetto istituzionale occorra dare fiducia al neo presidente dell’Autorità portuale – ha detto il sindaco di Milazzo – e dopo ben dieci anni di silenzio accogliere con fiducia questo nuovo corso, l’apertura che ci è stata data e avviare un dialogo per ottenere quello che giustamente il porto di Milazzo necessita. Penso ad esempio alla questione del crocierismo sulla quale occorrerà muoversi in modo concreto». È chiaro però che le promesse non bastano. Ci sono questioni – e il sindaco di Milazzo farà bene a metterle sulla bilancia – che l’Autorità portuale deve chiarire. Su tutti il dragaggio dei fondali (quasi sei milioni di euro) sospesi da tempo immemorabile per la necessità di rivedere le modalità di conferimento dei rifiuti a seguito del parere del ministero dell’Ambiente a seguito dell’introduzione del Sin Milazzo, ma anche il completamento delle banchine (14 milioni di euro), pure in stand by per una variante che è in corso di registrazione alla Corte dei Conti. Ma ci sono altre opere di importo minore che risultati appaltati e inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche dell’Autority ma che non vedono la luce.