Venerdì 22 Novembre 2024

Google, nuove regole
"non tutelano gli utenti"

Le nuove regole sulla privacy decise da Google non sono adeguate a tutelare gli utenti europei. Lo affermano i Garanti Ue che hanno chiesto alla società di Mountain View di farsi parte attiva nella tutela della privacy e di rendere conforme alla Direttiva sulla protezione dei dati personali le nuove regole, operative dallo scorso marzo. La nuova "privacy policy", adottata unilateralmente da Google, consente alla società di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano qualsiasi servizio (da Gmail a YouTube a Google Maps solo per citarne alcuni). La lettera inviata a Google, sottoscritta dai Presidenti di tutte le Autorità per la protezione dei dati personali dell'Ue, Italia inclusa, conferma - si legge in una nota - "le forti preoccupazioni espresse nei mesi scorsi sui possibili rischi per la privacy degli utenti europei derivanti dall'attività di combinazione dei dati".
 Sono numerosi i profili di criticità emersi dagli accertamenti, condotti anche con la collaborazione di Google, e "permangono - come scrivono i Garanti Ue - alcune aree grigie". Google - si legge nella nota - usa i dati degli utenti raccogliendoli in maniera massiva e su larghissima scala, in alcuni casi senza il loro consenso, conservandoli a tempo indeterminato, non informando adeguatamente gli utenti su quali dati personali vengono usati e per quali scopi, e non consentendo quindi di capire quali informazioni siano trattate specificamente per il servizio di cui si sta usufruendo". Le Autorità raccomandano a Google di "adottare rapidamente una serie di garanzie a tutela della privacy degli utenti". Mountain View dovrebbe, in particolare, "inserire informative privacy all'interno dei singoli prodotti, anche mediante dispositivi informatici; fornire informazioni accurate riguardo ai dati più a rischio, come quelli sulla localizzazione e quelli sui pagamenti on line; adattare le informative alle tecnologie mobili". Per i garanti Ue, Google "dovrebbe chiarire agli utenti, inoltre, le finalità e le modalità di combinazione dei dati tratti dai vari servizi forniti e mettere quindi a punto strumenti per consentire agli utenti un più stretto controllo sui propri dati personali". A tale scopo, i Garanti raccomandano alla società di adottare meccanismi semplificati di "opt out" (opposizione al trattamento dei loro dati), sia che l'utente sia iscritto o meno ad un servizio, e di ottenere il consenso espresso degli utenti all'incrocio dei dati.
Google si è detto "fiducioso" sul fatto che le sue nuove regole sulla confidenzialità "rispettano" la direttiva Ue, dopo l'ammonimento dei 27 garanti europei, che hanno invitato il colosso americano del web a rispettare le norme Ue in materia di informatica e libertà. "La nostra nuova politica di confidenzialità dimostra il nostro continuo impegno per proteggere le informazioni dei nostri utenti e per creare prodotti di qualita", afferma il responsabile privacy di Google, Peter Fleischer, in una nota. "Siamo fiduciosi sul fatto che le nostre politiche di confidenzialità rispettano la legge europea", ha aggiunto Fleischer. 

Le nuove regole sulla privacy decise da Google non sono adeguate a tutelare gli utenti europei. Lo affermano i Garanti Ue che hanno chiesto alla società di Mountain View di farsi parte attiva nella tutela della privacy e di rendere conforme alla Direttiva sulla protezione dei dati personali le nuove regole, operative dallo scorso marzo. La nuova "privacy policy", adottata unilateralmente da Google, consente alla società di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano qualsiasi servizio (da Gmail a YouTube a Google Maps solo per citarne alcuni). La lettera inviata a Google, sottoscritta dai Presidenti di tutte le Autorità per la protezione dei dati personali dell'Ue, Italia inclusa, conferma - si legge in una nota - "le forti preoccupazioni espresse nei mesi scorsi sui possibili rischi per la privacy degli utenti europei derivanti dall'attività di combinazione dei dati".

 Sono numerosi i profili di criticità emersi dagli accertamenti, condotti anche con la collaborazione di Google, e "permangono - come scrivono i Garanti Ue - alcune aree grigie". Google - si legge nella nota - usa i dati degli utenti raccogliendoli in maniera massiva e su larghissima scala, in alcuni casi senza il loro consenso, conservandoli a tempo indeterminato, non informando adeguatamente gli utenti su quali dati personali vengono usati e per quali scopi, e non consentendo quindi di capire quali informazioni siano trattate specificamente per il servizio di cui si sta usufruendo". Le Autorità raccomandano a Google di "adottare rapidamente una serie di garanzie a tutela della privacy degli utenti". Mountain View dovrebbe, in particolare, "inserire informative privacy all'interno dei singoli prodotti, anche mediante dispositivi informatici; fornire informazioni accurate riguardo ai dati più a rischio, come quelli sulla localizzazione e quelli sui pagamenti on line; adattare le informative alle tecnologie mobili". Per i garanti Ue, Google "dovrebbe chiarire agli utenti, inoltre, le finalità e le modalità di combinazione dei dati tratti dai vari servizi forniti e mettere quindi a punto strumenti per consentire agli utenti un più stretto controllo sui propri dati personali". A tale scopo, i Garanti raccomandano alla società di adottare meccanismi semplificati di "opt out" (opposizione al trattamento dei loro dati), sia che l'utente sia iscritto o meno ad un servizio, e di ottenere il consenso espresso degli utenti all'incrocio dei dati.

Google si è detto "fiducioso" sul fatto che le sue nuove regole sulla confidenzialità "rispettano" la direttiva Ue, dopo l'ammonimento dei 27 garanti europei, che hanno invitato il colosso americano del web a rispettare le norme Ue in materia di informatica e libertà. "La nostra nuova politica di confidenzialità dimostra il nostro continuo impegno per proteggere le informazioni dei nostri utenti e per creare prodotti di qualita", afferma il responsabile privacy di Google, Peter Fleischer, in una nota. "Siamo fiduciosi sul fatto che le nostre politiche di confidenzialità rispettano la legge europea", ha aggiunto Fleischer. 

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