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Taglio detrazioni
retroattività confermata

Resta confermata l'applicazione retroattiva al 2012, ma con effetti di cassa nelle dichiarazioni del 2013, del taglio alle detrazioni e alle deduzioni fiscali. E' quanto prevede il testo definitivo del Ddl di Stabilità pubblicato dal governo sul proprio sito nel quale si conferma che le misure derogano allo Statuto del Contribuente.

di Giovanni Innamorati
Il governo dice no all'ipotesi di un rinvio dei tagli sulle detrazioni fiscali, che avrebbe disinnescato la mina della "retroattività" che tante critiche ha ricevuto negli ultimi giorni. La modifica, studiata dai tecnici ministeriali, avrebbe comportato la cancellazione del calo della seconda aliquota Irpef, quella che dal 27% scenderà al 26%, stravolgendo l'impianto generale della Legge di Stabilità. Per il governo, poi, la misura realizza poi una "falsa retroattività", perché ha effetti di cassa solo nel 2013. Il testo dovrebbe arrivare in nottata, o al massimo domani mattina al Quirinale. Poi la parola passa al Parlamento: le Camere se vorranno potranno modificare la norma ma dovranno trovare coperture per oltre un miliardo di euro. Modifiche, invece, arrivano su altri punti dall'elevato contenuto sociale: non ci sarà la streteta sui permessi dei dipendenti pubblici per assistere i familiari disabili e nemmeno la tassazione delle pensioni di invalidità (confermata invece l'applicazione dell'Irpef su quelle di guerra). La giornata è iniziata con una nuova raffica di richieste di modifica: l'Udc, con Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini, e il Pd con Francesco Boccia, hanno sollecitato una riscrittura della parte fiscale in modo da non colpire le famiglie; Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl in Senato, ha detto che "non ha senso" il calo dell'Irpef che poi viene mangiato dall'aumento dell'Iva; tutto il Terzo settore ha criticato l'aumento dell'Iva per le attività socio assistenziali, così come la tassazione delle pensioni di invalidità e di guerra e il taglio della retribuzione degli statali che usufruiscono dei permessi per assistere i genitori disabili. Anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha ammesso che ci sono cose nel capitolo Welfare che non "le piacciono".

Il ministro Vittorio Grilli, tuttavia, ha difeso la sua legge. "A regime - ha spiegato - con la nostra manovra sull'Irpef, rimettiamo 6 miliardi nelle tasche degli italiani e ne riprendiamo 1,2 attraverso la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni". In effetti la Relazione tecnica della Ragioneria generale che accompagna il testo conferma queste cifre. Ma il punto è che il taglio delle detrazioni colpisce per intero le famiglie e le fasce deboli mentre dell'alleggerimento dell'Irpef beneficiano soprattutto i redditi più alti. In continuità con le redistribuzione del reddito nazionale verso i ceti più alti perseguita dalle politiche economiche dell'ultimo decennio, e spesso evidenziata dalla Banca d'Italia. Un motivo che ha spinto il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, a dire che Grilli "difende l'indifendibile". Per tutta la giornata gli uffici del Tesoro hanno lavorato a rivedere il capitolo fiscale. Innanzi tutto salterebbero una norma a rischio incostituzionalità, segnalata dal Quirinale: il taglio allo stipendio degli dipendenti pubblici che usufruiscono del permesso per assistere i genitori disabili. Sulla retroattività in un primo momento si è lavorato alla sua eliminazione compensato però dalla rinuncia al taglio di una delle aliquote Irpef. Alla fine si è optato per mantenere il testo inalterato. Se i partiti vorranno tornarci su dovranno trovare loro le coperture. Le modifiche riguarderebbero sia il tetto di 3.000 euro per le detrazioni, sia la franchigia di 250 euro per detrazioni e deduzioni (che comunque non avrebbe toccato le spese sanitarie, le spese per le ristrutturazioni e quelle per gli interventi per il contenimento dei consumi energetici). Questo significa però trovare altre coperture perché, come ha spiegato Grilli - e in serata ribadito anche Palazzo Chigi - l'unica cosa che non si può modificare sono i saldi, in modo da raggiungere il pareggio di bilancio strutturale nel 2013.

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