“La sismicità nel Pollino non sorprende perché da sempre questa area è a grande rischio, ricordiamo terremoti importanti nel recente passato quale quello del 1973, ma andando indietro nel tempo, come risulta dalla documentazione storica anche nel 1888, con la richiesta di un pretore al prefetto di attivarsi presso il governo per inviare tecnici e macchine sismiche. Ciò che meraviglia questa volta è la durata”. Cosi il prof. Ignazio Guerra, sismologo all’Università della Calabria, commenta il prolungato sciame che da più di un anno interessa il nord della Calabria con centinaia di scosse, ben 122 solo nel mese di ottobre, l’ultima stamani. Gli esperti stanno monitorando con particolare attenzione il fenomeno. “Ci si attendeva un abbassamento del ritmo – ha detto il prof. Guerra – invece stiamo assistendo ad un aumento della sismicità. L’attività è stata al centro i una riunione della Commissione Grandi Rischia e ieri di un incontro all’Istituto Nazionale di geofisica. Con i colleghi abbiamo deciso di mettere a punto un potenziamento del monitoraggio incrementando la strumentazione. Se le scosse dovessero continuare a questi ritmi, possiamo, senz’altro dire che il Pollino potrebbe diventare un laboratorio”.
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