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Cayman, imprenditore
querela Bersani

"Essere definito 'bandito' da lei mi offende" e anche se "in Italia lei è... immune" ci penseranno "i miei legali italiani e inglesi che chiameranno i giudici a decidere sulle sue parole". Così Davide Serra, sostenitore della campagna di Matteo Renzi, risponde a Pier Luigi Bersani in una lettera aperta all'ANSA.  "Ma prima o poi - assicura Serra nella lettera - non lo sarà più (immune, ndr) e io procederò inesorabilmente, ho molto tempo e voglio che la verità venga ristabilita". Nella lettera a Bersani il sostenitore del sindaco di Firenze alle primarie scrive: "Caro Onorevole Bersani, trovo incredibile che in un Paese con un'evasione fiscale da record, che nessuno dei politici sembra abbia, sinora, voluto veramente combattere, venga definito "bandito" un investitore istituzionle basato a Londra, regolato dall'Fsa e dalla Sec (rispettivamente la Consob inglese e Usa, ndr) e tassato dall'Inland revenue".

"Non c'è nulla da offendersi, se si offende problemi suoi". Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani replica ancora a Davide Serra, fondatore di Algebris che intende querelarlo perché a suo dire, l'avrebbe offeso. "Non so dove l'ho offeso, perché si è offeso, io parlo solo di Cayman", aggiunge Bersani. "Dove e come Bersani avrebbe detto che Serra è un bandito? Il segretario del Pd ha parlato di Cayman e non di Davide Serra che non ha il piacere di conoscere". Così il portavoce di Bersani in merito alla lettera aperta in cui il fondatore di Algebris si dice pronto a querelare Bersani.

"Con la gente basata alle Cayman non deve parlare nessuno, è ora di finirla perché c'é gente che lavora e paga le tasse", ha detto Bersani che, a margine della forum della coldiretti a Cernobbio, ha ribadito la sua posizione sulla cena del candidato alle primarie del Pd Matteo Renzi con l'imprenditore Serra. "Non ci si deve fare dare consigli da chi viene dai paradisi fiscali. Non è una polemica con Renzi ma è un impegno che dobbiamo prenderci tutti", ha sottolineato Bersani.

"Io e Matteo Renzi non siamo nemici, ma competitori", ha aggiunto il segretario del Pd. "Non siamo a un pranzo di gala ma stiamo facendo le primarie - ha spiegato -, si discute, e tutto questo sta facendo bene al Pd".

D'ALEMA, UN NUOVO PARTITO? DEL TUTTO INFONDATO - Massimo D'Alema pensa di fondare un nuovo partito nel caso in cui Matteo Renzi vinca le primarie del Pd? "Si tratta di informazioni destituite di ogni fondamento, scioccamente e inutilmente provocatorie". Così D'Alema ha commentato a Berlino le indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dal Fatto Quotidiano.

 "Anche i democratici americani, quando si sono divisi fra Clinton e Obama, erano divisi, e poi hanno governato insieme", ha detto D'Alema a Berlino, a margine di un forum sull'industria europea promosso dalla frazione parlamentare dell'Spd. "Questa è la normalità della democrazia", ha aggiunto rispondendo a una domanda sullo scontro all'interno del poartito con Matteo Renzi. "Noi siamo un partito democratico, e stiamo discutendo. Abbiamo promosso le primarie per avvicinare la politica ai cittadini". "Abbiamo un sistema dell'informazione nel quale se i partiti non discutono non sono democratici, se i partiti discutono sono spaccati", ha detto D'Alema, rispondendo a chi ha chiesto se la spaccatura del Partito democratico possa danneggiare la politica italiana e il Paese. "Anche il sistema dell'informazione dovrebbe smetterla di fare confusione", ha aggiunto.

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