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La contraffazione "brucia"
110mila posti di lavoro

Senza la contraffazione in Italia ci sarebbero 110 mila posti di lavoro in piu' e 1,7 miliardi di entrate per il fisco. Lo afferma una ricerca del ministero dello Sviluppo economico con il Censis. Se i prodotti falsi fossero venduti sul mercato legale, la produzione salirebbe di 13,7 miliardi e le imposte (indotto incluso) di 4,6 miliardi.

"In un periodo di crisi dove si ragiona di uno o due decimi di punto di crescita, la contraffazione sottrae al Paese 5,5 miliardi di valore aggiunto", lo 0,35% circa del Pil, ha detto il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, alla conferenza 'L'impatto della contraffazione sul sistema-Paesé.

Il mercato italiano del falso fattura 6,9 miliardi di euro ed è così esteso che "non esiste prodotto che non possa essere imitato e venduto". E' quanto emerge da una ricerca del Ministero dello Sviluppo economico con il Censis. Per i cosmetici la crescita della contraffazione è stata di almeno 15 volte in 10 anni. I settori più colpiti sono l'abbigliamento e gli accessori con un giro d'affari del falso di 2,5 miliardi, i cd, dvd e software (1,8 miliardi) e l'alimentare (1,1).

Sostiene il mercato del falso, secondo la ricerca del Censis, una domanda "consistente" da parte dei consumatori che sono "indifferenti al fatto di compiere un atto illecito e convinti di fare un affare". La contraffazione spazia dai gioielli alle calzature, dal design ai giocattoli e perfino i medicinali. Il fenomeno non riguarda solo l'imitazione di marchi, ma anche di modelli registrati, per esempio nella pelletteria e nell'arredo, la falsificazione dell'indicazione made in Italy e l'Italian sounding nell'alimentare e l'importazione parallela sottocosto di prodotti destinati ad altri mercati, soprattutto per make up e profumi.

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