Le retribuzioni contrattuali orarie a settembre frenano, salendo solo dell'1,4% su base annua, dal +1,6% di agosto, mentre su base mensile restano quasi ferme, crescendo dello 0,1%. Lo rileva l'Istat. Il dato tendenziale rimane sotto al livello d'inflazione annuo dello stesso mese (+3,2%), con un divario che si allarga a 1,8 punti.
Anche nella media del periodo gennaio-settembre 2012 l'indice è cresciuto in termini tendenziali dell'1,4%. Guardando ai principali macrosettori, l'Istat rileva che a settembre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
Nel dettaglio i settori che presentano gli aumenti tendenziali maggiori sono: energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli, gomma, plastica e lavorazioni minerarie non metallifere (2,8%). Si registrano, invece, variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione, per effetto del blocco della contrattazione. L'istituto precisa che a settembre si rileva una differenza tra le retribuzioni orarie e quelle per dipendente. Quest'ultime, infatti, segnano un rialzo congiunturale dello 0,2% e un aumento dell'1,5% su base annua