E' arrivato poco fa Salvatore Parolisi al Tribunale di Teramo direttamente dal carcere di Castrogno, dove è rinchiuso con l'accusa di aver ucciso la moglie Melania con 35 coltellate il 18 aprile dello scorso anno. L'ultima udienza del processo inizierà in mattinata davanti al giudice Marina Tommolini, la quale dopo le arringhe difensive e le eventuali controrepliche, si chiuderà in camera di consiglio per scrivere la sentenza. I primi a parlare saranno gli avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti i quali già venerdì scorso avevano iniziato la prima parte dell'arringa difensiva. Difficile fare una previsione sui tempi della sentenza, perché tutto dipende dal tempo che si prenderanno i difensori di Salvatore Parolisi ed eventuali repliche del pm o della parte civile: l'ipotesi più probabile è quella di una sentenza in serata. Fuori il tribunale di Teramo folle di cronisti e tv e un po' di ressa quando il cellulare di Parolisi è giunto scortato in tribunale dalla polizia.
Oggi è il giorno della sentenza, ma per Gennaro Rea, papà di Melania, "l'incubo non finirà mai". Papà Rea sa che qualunque sarà la sentenza "non sarà una vittoria per nessuno", perché se è vero che "almeno l'incubo processuale sarà terminato, quello di vita continuerà per sempre", ha chiuso poco prima dell'inizio dell'udienza finale del processo Parolisi.
Cinque sono i punti che la difesa di Parolisi esaminerà nel secondo tempo dell'arringa che si svolgerà questa mattina al Tribunale di Teramo. Gli avvocati di Salvatore, Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, hanno confermato che il loro intervento si concluderà sicuramente entro l'ora di pranzo e che gli argomenti che tratteranno per convincere il giudice Marina Tommolini si articolano in cinque punti. Insussistenza del reato di vilipendio del cadavere, prove scientifiche favorevoli, ora della morte non certa, testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti: a questi i legali ammetteranno alcune bugie dette da Parolisi, "ma come uomo e marito, e non certo come assassino della moglie", ha detto Nicodemo Gentile. In parole povere, come ha confermato Valter Biscotti, "é il classico processo da insufficienza di prove, se questo delitto fosse accaduto tra il 1930 e il 1989 Salvatore sarebbe stato prosciolto proprio con l'istituto dell'insufficienza di prove. Ma con la riforma il processo è cambiato, e siamo qui a voler dimostrare, con assoluta serenità, l'innocenza di Salvatore Parolisi", ha concluso.
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